domenica 2 novembre 2014

Brittany Maynard, eutanasia compiuta il 1 novembre La giovane aveva già rinviato il suicidio. Aveva un cancro terminale al cervello....





Alla fine Brittany Maynard ha deciso di mettere fine alle sue sofferenze. E ha compiuto l'eutanasia.
S'è conclusa così la vicenda della 29enne americana colpita da un cancro in fase terminale, che qualche settimana fa avevaannunciato in un video di voler mettere fine alla sua vita, provocando un vivo dibattito sulla dolce morte negli Stati Uniti.
Brittany aveva iniziato a soffrire di mal di testa debilitanti poco dopo il matrimonio e solo di recente aveva scoperto di essere stata colpita da una forma molto aggressiva di cancro al cervello: a inizio 2014 i medici le avevano dato sei mesi di vita.
EUTANASIA IN OREGON. Così la giovane, d'accordo con il marito, si era trasferita dalla California all'Oregon, uno Stato che prevede di poter eseguire l'eutanasia senza essere perseguitati dalla legge (si tratta del Death with dignity act approvato nel 1994 e confermato nel 1997 con il 60% dei consensi).
Quindi Brittany aveva annunciato il suo progetto di eseguire l'eutanasia in un video postato sul suo sito (Thebrittanyfund.org) che ha fatto il giro del web: lunedì 27 ottobre era stato visto più di 9,5 milioni di volte su YouTube.
RINVIATA LA MORTE. In realtà la donna aveva scelto di morire mercoledì 29 ottobre, ma con un altro video la giovane aveva deciso di rinviare la morte spiegando che non era ancora il momento.
«Mi sento ancora bene, ho ancora abbastanza gioia e voglia di ridere con la mia famiglia e gli amici, questo non è il giorno ideale», aveva detto Brittany, poi morta «tra le braccia dei suoi cari».

IL SUICIDIO IL 1 NOVEMBRE. «Arrivederci a tutti i miei amici e alla mia famiglia che amo. Oggi è il giorno che ho scelto per morire con dignità, tenuto conto della malattia in fase terminale, questo terribile cancro al cervello che mi ha imprigionato...ma mi avrebbe imprigionato tanto di più», ha scritto la ragazza in un messaggio largamente diffuso sui social network dopo l'eutanasia.
Sean Crowley, un portavoce dell'associazione Compassione e Scelta, che lotta per il diritto all'eutanasia, ha dichiarato che Brittany è morta verosimilmente nella sua casa sabato 1 novembre
«Il suo amore per la vita e la natura, la sua passione e il suo spirito continuano a vivere», ha aggiunto Barbara Lee Coombs, presidente dell'organizzazione che ha sostenuto la 29enne.
FARMACI AL MALATO TERMINALE. L'Oregon è stato il primo Stato Usa a rendere legale la possibilità che un medico prescriva un farmaco per il suicidio assistito a un malato terminale che ne fa richiesta (il paziente però non deve essere aiutato perché la procedura sia legale).
Secondo alcune statistiche, in Oregon nel 2013 hanno deciso di morire 750 persone, ma solo sei sono gli Under 35 (la media è di 71 anni).  La scelta di Brittany era stata seguita da un'associazione no profit Usa che si batte per introdurre l'eutanasia in tutti gli Usa

(Lettera 43)

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