martedì 4 novembre 2014

Iran: la violenza sulle donne diventa sadica...





Terrorizzate apparentemente per gioco con delle bottigliette d’acqua facendo loro credere si tratti di acido. Succede a Ispahan, Iran, a 400 Km al sud di Teheran, dove una donna è morta e altre 5 sono ferme a letto agonizzanti. Il villaggio è in preda al terrore più disperato e le donne non escono di casa.
La città è ormai completamente in mano agli uomini che approfittano di questo clima di terrore, inseguendo le poche coraggiose che escono in strada con delle bottigliette d’acqua e assalendole alle spalle come se il contenuto di queste fosse l’acido.
“Appena mi hanno gettato l’acqua addosso ho subito pensato che fosse dell’acido. Ridevano forte e mi dicevano: ‘povero coniglio”-racconta un’abitante di Ispahan, vittima di questo tipo di aggressione. “Queste persone producono violenza e terrore, spiega la sociologa Azar Tashakor- Quelli che attaccano le femmine con l’acido sono dei disturbati mentali oppure sono sotto l’influenza degli uomini più integralisti, che incitano alla violenza contro quelle donne poco coperte con il loro ‘hidjab’”.
Atteggiamento degenerato e sadico, putroppo notevolmente radicato in società. L’Organizzazione in difesa delle vittime di violenza ha dichiarato che il 66% delle iraniane, durante la loro vita, saranno vittime di violenza.
Non resta che rinforzare la legge contro questi soprusi dunque. La psicologa Sonia Ghafari sostiene che questa sia l’unica strada. Secondo la legislazione iraniana infatti, ogni atto di aggressione contro le donne è perseguibile con 6 mesi di prigione e 74 colpi di frusta, ma secondo alcuni avvocati questa condanna non è sufficiente.
Ciò che infatti conta più delle punizioni corporali è il processo di ‘rieducazione’ degli uomini. Spiegare che la donna ha pari diritti rispetto all’uomo e che può goderne per tutta la vita. Se non si porterà la società maschile iraniana su questa strada le donne resteranno violate nei loro animi per sempre.
(Il Journal)

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