domenica 9 novembre 2014

Come era Kobani prima dell’arrivo di Isis...





Associata alla tragica cronaca quotidiana degli ultimi mesi, c’è stato un tempo in cui la città di Kobani, sul confine siro-turco, ha rappresentato per gli abitanti di quell’area un paradiso sicuro. A regalarci un frammento della Kobani che fu un attivista giornalista siro-curdo Mustafa Abdi, nato proprio lì.
Pare che ogni giorno le strade di Kobani si riempissero di dibattiti e confronti pubblici, dove la gente esprimeva liberamente il proprio punto di vista senza paura del regime siriano, che ha controllato quella zona per decenni. Per la prima volta solo pochi anni fa le persone hanno invece iniziato a controllare se stessi e ogni giorno  capitava di assistere a manifestazioni in cui la bandiera curda era accostata a quella dei rivoluzionari siriani.
Storicamente Kobani è una città ricca. Questa è stata infatti il centro delle minoranze siriane- Curdi, Assiri, Arabi, Siriani, Musulmani, Cristiani e Yazidi. Ma tutto ciò è stato spazzato via dall’arrivo delle bandiere nere di Isis. I guerriglieri hanno infatti cominciato  a perseguitare la gente e a violentare le donne, colorando la città di toni opachi e scuri.
È dal 18 settembre- dall’inizio dell’assedio (leggi articolo per saperne di più)- che cibo, medicine e provviste per bambini sono sulla lista dei prodotti proibiti, di quelli che sono stati banditi dall’intera città. E le decine di civili che hanno scelto di restare in città sopravvivono con quello che trovano in strada. Sono circa 4000 quelli che invece si sono spostati al di fuori del centro città sul confine turco, ma la Turchia sembra tenerli quasi in una morsa. Molte delle vie d’uscita sono infatti state chiuse dal governo di Erdogan.
E adesso i Siriani dormono per strada nonostante la pioggia. I bambini soffrono per febbre o avvelenamento da cibo. E nessuno sta facendo niente. Kobani è sul punto di essere rasa al suolo ma nessuno sembra saperlo.
(Il Journal)

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