Di Stefano Consiglio
Ieri, 9 novembre, una tv del gruppo panarabo-saudita al-Arabiya aveva diffuso la notizia che Al-Baghdadi, autoproclamato leader del califfato islamico creato dall'IS, sarebbe morto nel corso di un bombardamento aereo condotto dagli Stati Uniti contro Al-Qaim, piccolo centro dell'Anbar iracheno.
Stando alle dichiarazioni rilasciate da Patrick Ryder, portavoce del comando centrale degli Stati Uniti, l'attacco avrebbe colpito un convoglio che trasportava importante personalità dello Stato Islamico e di Al-Qaeda. Stando alle prime ricostruzioni un incontro dei leader delle due organizzazioni terroristiche doveva essere organizzato ad Al-Qaim, che venne acquisita come bersaglio dall'aviazione americana grazie alle informazioni raccolte dall'intelligence.
La notizia secondo cui Al-Baghdadi sarebbe morto a causa dell'attacco degli USA è stata repentinamente smentita da Abu Mohammed al-Adnani, portavoce dello Stato Islamico, il quale ha affermato che: "Posso assicurare ai fedeli ed ai seguaci che il Califfo Ibrahim - titolo assunto da Al-Baghdadi con la costituzione dell'IS il 29 giugno - è ferito ma è in buone condizioni, non è affatto morto e continua a guidarci". Nonostante questa dichiarazione le vere condizioni di Al-Baghdadi rimangono un mistero, né le fonti del Pentagono né la stampa locale hanno ancora ottenuto notizie certe intorno allo stato di salute del califfo sulla cui testa gli Stati Uniti hanno posto una taglia di 10 milioni di dollari.
(International Business Times)

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