Di Luca Lampugnani
Simbolo tra i simboli di un Iraq ancora fortemente settario dalla caduta del regime sunnita di Saddam Hussein, il sobborgo di Zayouna (ad Ovest di Baghdad) è stato radicalmente trasformato nel corso degli anni. Precedentemente abitato in larga parte da esponenti della classe media sunnita, sciita e cristiana, dal 2005 in poi si è evoluto in vero e proprio quartiere dell'elite al potere, rappresentata dal 2006 fino allo scorso agosto dalla politica e dagli esecutivi di Nuri al-Maliki, ex primo ministro.
"Ricchi funzionari governativi e ufficiali militari acquistano case in contanti, le demoliscono e sopra ci edificano ville", spiega a Bloomberg News Abu Rana al-Zubaidy, agente immobiliare. Pur di avere un abitazione extra lusso a Zayouna alcuni individui sono disposti anche a pagare anche un milione di dollari, facendo si che dal 2005 ad oggi il prezzo delle case nel sobborgo della capitale triplicasse. Tendenza, questa, che si registra ancora attualmente. Poco importa, insomma, se lo Stato Islamico si trova ormai alle porte di Baghdad, potenzialmente ad un'ora di macchina da Zayouna. In tal senso, sottolinea ancora al-Zubaidy, "c'è più prudenza, ma in molti (sciiti d'elite, ndr) hanno ancora un sacco di soldi" da spendere.
Come già abbiamo scritto, il quartiere di Zayouna può essere di diritto eretto a simbolo del passaggio di leadership (ma non della perdita di settarismo) dal regime di Hussein ai governi sponsorizzati dagli Stati Uniti in seguito all'intervento armato. Questo ovviamente ha portato nel tempo a tensioni sempre maggiori internamente al Paese tra sunniti e sciiti, con numerosi esempi di tribù e di altre rappresentanze sunnite che hanno fornito inizialmente il loro appoggio allo Stato Islamico, visto come un liberatore. I sunniti (moderati e non) "lamentano il fatto di essere stati esclusi dal potere", afferma Andrew Bowen, esperto di Medio Oriente presso il Baker Institute for Public Policy di Houston, aggiungendo inoltre che negli anni è cresciuta inevitabilmente una "forte percezione che la nuova elite sciita stia usando lo Stato per il proprio tornaconto".
In tal senso, numerosi sospetti e vere e proprie accuse di corruzione si sono susseguite nel corso della leadership di al-Maliki. Come già accennato, la maggior parte delle case di Zayouna sono state acquistate, e poi trasformate in ville extra lusso, dal 2005 in poi. Come confermato alla già citata Bloomberg News da alcuni residenti autoctoni, inoltre, il numero delle famiglie sciite nel quartiere è cresciuto esponenzialmente dal termine della transizione politica seguita all'invasione USA. In particolare, sostengono ancora gli abitanti di Zayouna, a guidare la trasformazione del sobborgo sono stati generali e altri esponenti militari dell'establishment sciita, la cui residenza nel quartiere ha reso il quartiere stesso completamente blindato, tra guardie di sicurezza e telecamere attive 24 ore su 24. Tra questi di particolare rilevanza è certamente Mohammed al-Quraishi: generale dell'esercito e conosciuto anche come stella di un programma televisivo che ne seguiva le gesta, quest'ultimo è ritenuto il fondatore e il capo delle Wolf Brigade, forze speciali direttamente legate al ministero dell'Interno e più volte nel mirino di critiche e di accuse legate a presunte torture dei prigionieri.
Insomma, oltre ad essere simbolo del forte settarismo ancora oggi in voga in Iraq, il sobborgo di Zayouna è anche rappresentazione di un mondo che il nuovo governo di Haider al-Abadi (di unità nazionale, tentativo di conciliazione tra sciiti e sunniti) si è impegnato a cancellare. Il tutto, ovviamente, mentre nelle immediate vicinanze di Baghdad lo Stato Islamico avanza con i suoi jihadisti fedeli all'autoproclamato califfo. Nonostante le paure crescenti, così come gli attentati suicidi nella capitale, tuttavia a Zayouna si continua a comprare: recentemente, infatti, un giovane ufficiale dell'esercito ha acquistato per 750 mila dollari una villa di 300 metri quadri.
(International Business Times)

Nessun commento:
Posta un commento