lunedì 3 novembre 2014

La «love jihad» e i tabù dell’India sulle unioni interreligiose...





Minacce, aggressioni, ronde di autoproclamati tutori dell’ordine pubblico che imbrattano con vernice nera il viso dei «colpevoli». Come denuncia Sonia Faleiro sul New York Times, le unioni interreligiose in India sono tornate un tabù. Sposarsi tra hindu e musulmani oggi è più pericoloso che quarant’anni fa. La chiamano «love jihad», la guerra santa dell’amore, una fiammata di intolleranza alimentata dagli estremisti hindu che unisce in un’unica spirale d’odio due gruppi sociali vulnerabili: la minoranza musulmana e le donne.
Era il 1947 quando l’India ottenne l’indipendenza dal Regno Unito e separò il proprio destino da quello del Pakistan a maggioranza musulmana. Una lunga scia di violenze e tensioni segna la storia dei rapporti tra le due comunità religiose. In India le unioni miste sono sempre state guardate con sospetto ma i recenti attacchi che attraversano il Paese governato dal nazionalista Narendra Modi dallo scorso aprile hanno ormai assunto l’aspetto di una persecuzione. E sui social network matura un movimento di opposizione che trova testimonial in celebri coppie miste di stelle bollywoodiane. #Lovejihad è diventato un hashtag su Twitter. La cronaca racconta di donne trascinate da sconosciuti in commissariato e trattate come criminali, cerimonie nuziali interrotte da novelli “bravi”, ragazze sposate strappate al tetto coniugale con la forza da militanti di estrema destra. Una spirale nella quale spesso si intrecciano interessi economici e faide familiari, dove le donne tornano merce di scambio.
(La Ventisettesima ora)

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