Un riepilogo delle voci, false, che si erano diffuse in Nigeria.
La notizia aveva colto un po’ di sorpresa: il gruppo Boko Haram aveva siglato una tregua con il governo della Nigeria. Addirittura si era parlato della liberazione delle studentesse rapite ad aprile, ormai oltre sei mesi fa.
Ma i fatti, giorno dopo giorno, hanno dimostrato che l’ipotesi non reggeva: i jihadisti comandati da Abubakar Shekau non hanno mai avuto intenzione di deporre le armi. Nelle ultime ore hanno smentito ufficialmente il presunto accordo con le Istituzioni nigeriane. “Non dobbiamo negoziare con nessuno: è una bugia. Non negoziamo. Perché dovremmo fare una trattativa? Allah ha detto che non dovremmo”, ha scandito il leader di Boko Haram in un video diffuso dai canali vicini all’organizzazione terroristica (presente tra le dieci più pericolose minacce mondiali).
Abubakar Shekau ha anzi rivendicato il rapimento di un tedesco avvenuto a luglio nello Stato di Adamawa, nel nord-est della Nigeria. La presa di posizione del capo di Boko Haram rafforza la tesi secondo cui Danladi Ahmadu, presunto mediatore del gruppo, sia poco più di un millantatore. Lui stava infatti discutendo nel Ciad con i diplomatici nigeriani sulla tregua.
Cos’è Boko Haram
La traduzione del nome Boko Haram suona come “l’educazione occidentale è sacrilega”. L’obiettivo del gruppo sunnita è la realizzazione del Jihad e l’imposizione della Sharìa, la legge coranica, senza alcuna deroga possibile a essa.
La fondazione è avvenuta tra il 2001 e il 2002 nella città di Maiduguri, capitale dello Stato del Borno, situato nella zona nord orientale della Nigeria. Il leader era Ustaz Mohammed Yusuf, ucciso poi nel 2009 dalle forze di sicurezza nigeriane dopo la sua cattura. Il radicamento è stato favorito anche dall’estrema povertà delle zone in cui i predicatori riescono a reclutare giovani per impiegarli nella guerra.
La leadership di Abubakar Shekau ha provocato un salto di qualità nella violenza di Boko Haram con numerosi attacchi alle chiese cristiane. Nel 2011 ci sono state più di 400 vittime provocate dall’organizzazione. Da allora le azioni sanguinose non hanno conosciuto sosta, toccando l’apice con il rapimento di oltre 200 studentesse probabilmente vendute come schiave.
(Il Journal)

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