Decine di video recuperati da un'inchiesta di PBS dimostrano come anche l'esercito usi metodi brutali contro la popolazione
Il dato che emerge da un’inchiesta di PBS, che ha raccolto decine di video che dimostrano le atrocità commesse dall’esercito nigeriano, è che gli abitanti delle regioni settentrionali della Nigeria temeno alla stessa maniera i Boko Haram e gli uomini in divisa, quelli che in teoria sarebbero invece deputati a difenderli.
UNA PESANTE CONFERMA - L’inchiesta di Frontline per PBS ha raccolto solide prove delle atrocità commesse dai soldati nigeriani. Nulla di nuovo, già organizzazioni come Amnesty international e Human Rights Watch hanno denunciato l’uccisione di più di un migliaio di persone da parte dell’esercito nigeriano in circostanze criminali, ma in questo caso a documentare le atrocità ci sono decine di video.
CI SONO I VIDEO - Video registrati con i telefonini, «trofei» girati da militari e uomini delle milizie di autodifesa dai Boko Haram, che in diversi casi li hanno anche condivisi sui social network, testimoniano esecuzioni stragiudiziali e raccapriccianti violenze, non solo contro i sospetti di essere Boko Haram, ma anche di cittadini che potrebbero sapere qualcosa degli estremisti islamici o loro presunti sostenitori. Testimonianze di prima mano quindi, quelle che appaiono nel documentario «Hunting Boko Haram» e che ripropongono con la forza delle immagini le accuse già spiccate senza grande efficacia dalle organizzazioni umanitarie.
UNA STRAGE DOPO L’ALTRA - Uccisioni, linciaggi, interrogatori condotti con pestaggi brutali, persino il massacro di numerosi ospiti del carcere di Giwa, dove secondo il governo c’era stato un tentativo d’evasione e i prigionieri erano stati uccisi dall’esplosivo con il quale i Boko Haram volevano abbattere il recinto del carcere. Nei video si possono invece apprezzare le forze di sicurezza nigeriana che uccidono i prigionieri sparandogli da distanza ravvicinata. Testimonianza che mette in discussione anche le successive autopsie sui cadaveri e che confermano come questo andazzo sia tollerato, se non incentivato, da autorità che chiudono tutti e due gli occhi di fronti a crimini evidenti, sposando una strategia che per ora si è rivelata fallimentare e che è andata a ingrossare i ranghi dei Boko Haram.
CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ - Violazioni dei diritti umani e civili all’ingrosso, una brutalità con pochi paragoni visto che accanto ai morti ci sono da registrare migliaia di scomparsi e la fuga di centinaia di migliaia di persone, che fuggono anche dall’esercito e dalle milizie supportate e armate dal governo, spesso impegnate in veri e propri rastrellamenti durante i quali la vita dei residenti è sembrata essere affidata al caso in mezzo a un turbine di violenza che accompagna queste «ricerche».
(Giornalettismo)


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