giovedì 25 settembre 2014

Raid della coalizione per ora poco efficaci: IS continua ad avanzare nel Nord della Siria...





Di Luca Lampugnani

Nonostante continuino incessantemente gli attacchi statunitensi alle postazioni jihadiste in Siria, tra mercoledì e giovedì concentrati sui siti petroliferi controllati dagli uomini del califfato, l'avanzata dello Stato Islamico sul terreno sembra tutt'altro che compromessa. Stando a quanto riporta l'agenzia britannica Reuters, che cita alcuni degli oltre 140 mila profughi curdo-siriani che nei giorni scorsi si sono ammassati sulle frontiere turche in fuga dal gruppo estremista, ne è prova inconfutabile l'intensificata attività dei miliziani jihadisti su Kobani e su altre città più o meno grandi delle provincie più a Nord del Paese - qui, secondo i racconti delle migliaia di persone che hanno lasciato queste zone, lo Stato Islamico uccide e mette a ferro e fuoco interi villaggi -, a ridosso del confine con Ankara e largamente abitate dalla minoranza curda.
Gli attacchi aerei, sostiene uno degli intervistati, "non sono decisivi", ed è assolutamente necessario che siano accompagnati dall'azione di "soldati sul terreno". Tale questione, tuttavia, risulta piuttosto spinosa per gli Stati Uniti che, oltre ad aver dichiarato più volte di non essere disposti ad operazioni 'boots on the ground', in Siria non godono certo di buoni rapporti con l'establishment di Bashar al-Assad. Ciò, infatti, rende difficile l'ingresso di eventuali soldati provenienti da altri Paesi della coalizione anti-IS, da cui la Siria è stata estromessa, delegando l'offensiva via terra a non meglio specificati gruppi armati 'moderati'.

L'NSA dietro agli attacchi al gruppo Khorasan?

La notizia, priva di conferme ufficiali, viene riportata dal Washington Time, quotidiano statunitense di stampo conservatore. Stando a quest'ultimo, infatti, l'intelligence di Washington ha coperto un ruolo fondamentale nel rilevare, rendendone quindi possibile un attacco, le roccaforti del gruppo Khorasan, ennesima sigla dell'estremismo islamico formata da veterani di Al Qaeda. Quest'ultimi, rispetto allo Stato Islamico, non hanno alcuna campagna mediatica e, secondo gli States, nell'ombra operano nel tentativo di lanciare nuovi attentati in Occidente.

Londra pronta ad unirsi ai raid

Come scrivono le principali agenzie, venerdì il Parlamento britannico sarà convocato ad una seduta straordinaria dove sarà messa ai voti la partecipazione o meno di Londra, insieme a Stati Uniti e Paesi alleati arabi, agli attacchi aerei contro lo Stato Islamico. "È giusto passare ad una nuova fase di azione", ha specificato in un comunicato il premier David Cameron, sulla cui decisione può aver influito molto la decapitazione di David Haines e la minaccia di morte che pende sopra Alan Henning, altro ostaggio britannico nelle mani dell'IS. La proposta del primo ministro, vista la teorica larga maggioranza dei tre principali partiti sul tema, non dovrebbe incontrare problemi verso l'approvazione

(International Business Times)

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