Dopo la decapitazione del secondo giornalista Usa e le minacce di uccidere il britannico David Cawthorne Haines, aumenta la preoccupazione per gli ostaggi rapiti dalle milizie jihadiste
di PIERA MATTEUCCISono nelle mani dell'Is e per loro, dopo l'uccisione del reporter americano Steven Sotloff, decapitato nello stesso modo diJames Foley il 19 agosto scorso, cresce la paura. Sarebbero una ventina, secondo quanto riportato nei gioni scorsi dal Guardian, gli stranieri rapiti dello Stato islamico: giornalisti, fotografi e operatori umanitari prelevati vicino Aleppo o Idlib, che successivamente sono stati trasferiti a Raqqa, "roccaforte" dello Stato islamico nel nord della Siria.
Gli ultimi ad essere stati sequestrati, secondo il quotidiano britannico, sarebbero un cittadino danese e uno giapponese, oltre a Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due volontarie delle quali la Farnesina ha confermato la scomparsa la notte tra il 31 luglio e il primo agosto. Il governo italiano, però, ha smentito la notizia delGuardian, sostenendo che alle autorità italiane non risulta che le giovani siano nelle mani delle milizie jihadiste.
Allerta alta. Ora la preoccupazione aumenta, soprattutto dopo la minaccia dell'Is di riservare lo stesso trattamento dei due giornalisti Usa all'ostaggio britannico, David Cawthorne Haines, un ex soldato britannico che, stando a quanto riportato da Nbc News, ha lavorato per una serie di organizzazioni umanitarie ed è stato rapito in Siria all'inizio del 2013. Sempre secondo Nbc News, una dirigente di una ong, Nonviolent Peaceforce, ha affermato che Haines lavorava per loro nel 2012, in Sud Sudan, e quando è stato rapito nel 2013 era al lavoro in Siria per un'altra organizzazione umanitaria. "Esamineremo qualsiasi opzione possibile per per proteggere" l'ostaggio britannico in mano all'Is, ha detto il segretario al Foreign Office, Philip Hammond. "Se reputiamo che i raid aerei siano utili allora li considereremo sicuramente", ha aggiunto, rivelando poi che il governo ha tentato un'operazione per il recupero di Haines, ma che l'azione è fallita.
Sotto tiro. Ad essere nel mirino tutti i "governi che entrano nella malvagia alleanza con l'America contro lo Stato islamico", quindi anche l'Italia che, decidendo di inviare armi ai peshmerga, si è schierata contro l'avanzata del Califfato al fianco di Obama.
Massima riservatezza. Data la delicata situzione, tutti i governi insistono sulla necessità di mantenere riservate le trattative. Atteggiamento condiviso anche dalla Farnesina, che tiene il massimo riserbo anche sulle informazioni che riguardano padre Paolo Dall'Oglio, catturato un anno fa in Siria. Il rischio, infatti, è che i gruppi che tengono i prigionieri, anche se non sono estremisti, possano chiedere riscatti sempre più alti o, nella peggiore delle ipotesi, cedere gli ostaggi alle milizie jihadiste.
Il business dei rapimenti. Quello dei rapimenti si è rivelato un business piuttosto remunerativo per i fondamentalisti islamici. Negli scorsi sei mesi almeno dieci ostaggi - tra i quali un danese, tre francesi e due spagnoli - sono stati rilasciati dopo estenuanti negoziati con i rapitori, che chiedevano riscatti. Stando ai media Usa, per una donna di 26 anni, non identificata, terzo ostaggio americano in mano all'Is, è stato chiesto un riscatto di 6,6 milioni di dollari e il rilascio di un detenuto pachistano negli Usa. (R.it)

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