domenica 21 settembre 2014

Papa Francesco: “Gli estremisti travisano la religione, nessuno si faccia scudo di Dio”...



"Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali", ha detto Bergoglio nel corso della sua visita in Albania. Poi ha sottolineato: "Alla globalizzazione dei mercati è necessario che corrisponda una globalizzazione della solidarietà"




“Nessuno pensi di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione. Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell’uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita e alla libertà religiosa di tutti!”. Da Tirana, meta del quarto viaggio internazionale di Papa Francesco, arriva un forte messaggio di pace e contro il radicalismo religioso. Che, negli ultimi mesi, interessa in particolare il Medio Oriente, con l’escalation di violenze dell’Isis. Nella sua prima visita nel vecchio continente, Bergoglio ha scelto un’altra periferia esistenziale come l’Albania che ha definito “terra di eroi, che hanno sacrificato la vita per l’indipendenza del Paese, e terra di martiri, che hanno testimoniato la loro fede nei tempi difficili della persecuzione”.
Incontrando le autorità del Paese, Bergoglio ha sottolineato che la “ritrovata libertà” ha consentito alla società albanese di “aprirsi alla collaborazione e agli scambi con i Paesi vicini dei Balcani e delMediterraneo, con l’Europa e con il mondo intero”. È noto anche il pieno sostegno della Santa Sedeall’ingresso dell’Albania nell’Unione Europea. Non è un caso, infatti, che la visita di Francesco nel Paese preceda quella al Parlamento europeo di Strasburgo in programma per il prossimo 25 novembre. L’invito del Papa è rivolto a “preservare con ogni cura e attenzione la collaborazione tra appartenenti a diverse religioni” e la “pacifica convivenza” tra di loro, che il Pontefice considera un “bene inestimabile”. A questo si aggiunge il bisogno di far corrispondere “alla globalizzazione dei mercati” una “globalizzazione della solidarietà“, tenendo presenti i “diritti dei poveri” e “tutelando quelli delle realtà intermedie tra l’individuo e lo Stato, prima fra tutte la famiglia”.
Un messaggio particolare anche ai giovani albanesi: “Sappiate dire no all’idolatria del denaro, no alla falsa libertà individualista, no alle dipendenze e alla violenza; e dire invece sì alla cultura dell’incontro e della solidarietà, sì alla bellezza inseparabile dal bene e dal vero; sì alla vita spesa con animo grande ma fedele nelle piccole cose. Così costruirete un’Albaniamigliore e un mondo migliore”. Francesco, che non ha voluto rinunciare alla papamobile scoperta nonostante l’allarme sicurezza, durante l’omelia della messa celebrata nella piazza intitolata a madre Teresa di Calcutta ha reso omaggio ai numerosi martiri uccisi a causa della loro fede. “Ripensando a quei decenni di atroci sofferenze e di durissime persecuzioni contro cattolici, ortodossi e musulmani, – ha affermato il Papa – possiamo dire che l’Albania è stata una terra di martiri: molti vescovi, sacerdoti, religiosi e fedeli laici hanno pagato con la vita la loro fedeltà. Non sono mancate prove di grande coraggio e coerenza nella professione della fede. Quanti cristiani non si sono piegati davanti alle minacce, ma hanno proseguito senza tentennamenti sulla strada intrapresa. Mi reco spiritualmente a quel muro del cimitero di Scutari, luogo simbolo del martirio dei cattolici dove si eseguivano le fucilazioni, e con commozione depongo il fiore della preghiera e del ricordo grato e imperituro”.
Dopo il pranzo con i vescovi albanesi e il seguito papale nella Nunziatura apostolica, in programma tre incontri significativi: il primo con i leader di altre religioni e denominazioni cristiane nell’Università cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio”, poi la celebrazione dei vespri con i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i laici nella cattedrale di Tirana e, infine, prima di ritornare a Roma, l’abbraccio con i bambini del Centro Betania e con una folta rappresentanza di persone assistite in altri centri caritativi dell’Albania.
(Il Fatto Cronaca)

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