Di Luca Lampugnani
Fonti dell'Aviazione e dell'Esercito d'Israele hanno reso noto che la contraerea di Tel Aviv attorno alle 9 di martedì mattina ha intercettato e abbattuto sulle alture del Golan un caccia da combattimento siriano. Il velivolo, un Sukhoi MiG-21 stando ad Haaretz, avrebbe sconfinato di almeno 800 metri in territorio israeliano per motivi attualmente ancora sconosciuti. Come confermato da fonti militari al già citato quotidiano, infatti, non è chiaro se il jet siriano avesse intenzioni ostili o meno, riconducendo quindi in quest'ultimo caso l'uscita dai confini ad una probabile distrazione o ad un errore.
Il MiG-21, che è stato colpito da un missile Patriot, stando alle principali agenzie sarebbe precipitato nei pressi della zona aerea sopra Quneitra, città siriana situata nella zona di controllo delle Nazioni Unite che divide la Siria da Israele. Qui, stando al Jerusalem Post, si sarebbero paracadutati anche i due membri dell'aviazione che stavano conducendo il velivolo, il quale al momento del lancio del Patriot stava ancora sorvolando tra i 10 e i 14 mila piedi lo spazio aereo israeliano, mentre poco prima dell'impatto con il missile aveva invertito la rotta e stava apparentemente rientrando in territorio siriano. Era dal 1982, riporta Haaretz, che l'aviazione di Israele non abbatteva un aereo siriano.
Nel frattempo, anche Damasco ha confermato l'abbattimento del proprio aereo da combattimento, parlando di un vero e proprio atto di aggressione da parte di Tel Aviv. Non è da escludere, infatti, che il MiG-21 siriano fosse impegnato in azioni volte a colpire gli uomini del Fronte Al-Nusra, gruppo qaedista che nelle scorse settimane ha messo a ferro e fuoco le alture del Golan sul lato siriano. L'episodio rischia ovviamente di alzare ulteriormente la pressione sull'area, con lo scenario tutt'altro che escludibile di nuove tensioni tra Israele e Siria.
(International Business Times)

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