Un giornalista del Daily Beast racconta la cronaca degli scontri nella città di Zumar con un dettaglio non proprio secondario.
Il nome della città Zumar dice poco, eppure potrebbe rimanere impresso come il luogo in cui per la prima volta sono stati visti militari americani tornare in Iraq per combattere lo Stato Islamico, anche noto come Isis.
La storia è raccontata dal Daily Beast in un articolo di Ford Sypher. Durante la controffensiva dei peshmerga curdi, infatti, c’è stato un episodio più che “sospetto”: la presenza di uomini occidentali armati intorno a Zumar, snodo strategico degli scontri con i jihadisti. Ufficialmente non si tratta di truppe di Washington, in quanto non indossavano le uniformi. Tuttavia, nel reportage il giornalista menziona questi convogli che hanno attraversato la fila di guerriglieri peshmerga. E uno dei comandanti ha anche confermato la presenza di reparti occidentali.
Ecco uno stralcio significativo dell’articolo del Daily Beast.
Alcune fonti nel servizio di intelligence e di leadership curda Peshmerga hanno confermato quello che abbiamo visto. “Le forze tedesche e americane sono a terra qui. Loro ci stanno aiutando a sostenere l’attacco”, ha detto comandante in risposta alle nostre domande.
Il Pentagono ha comunque smentito la presenza di truppe americane in Iraq. Secondo la versione di Washington, ci sono solo consiglieri militari a Baghdad ed Erbil, al riparo dagli scenari di battaglia, mentre l’unico impegno è quello fornito dagli aerei che bombardano le postazioni di artiglieria di Isis.
I vertici militari dei peshmerga hanno in parte rettificato il racconto del comandante prima citato, spiegando che alcune forze speciali sono state convocate per coordinarsi con l’aviazione. Insomma, una mezza ammissione della notizia.
Al netto di questo “mistero”, che comunque sarebbe di grande importanza visto che il presidente Barack Obama continua a ripetere di non voler mandare uomini in Iraq, gli scontri tra peshmerga e miliziani dello Stato islamico iniziano a pendere dalla parte curda. Il sostegno aereo ha rianimato anche l’esercito ufficiale iracheno, che sta partecipando alla controffensiva, “rimediando” alle numerose sconfitte dei mesi scorsi.
Le operazioni anti-Isis sono diventate più semplici per loro perché seguono uno schema preciso: gli aerei americani indeboliscono le difese dei jihadisti e i combattenti di terra curdi e iracheni lanciano il successivo assalto via terra. Ma ora c’è anche il dubbio che tra di loro ci siano militari d’élite statunitensi.
(Il Journal)

Nessun commento:
Posta un commento