Il segratario generale Ki-moon,ha espresso tutta la sua preoccupazione per un eventuale escalation militare del conflitto con l’intervento della Nato
“Non c’è una soluzione militare alla crisi ucraina”: il segretario generale dell’ Onu Ban Ki-moon ha messo in guardia l’Occidente contro i pericoli di una escalation militare, nel momento in cui la Nato si appresta a rafforzare la sua presenza nell’ est europeo. “L’ Unione europea, gli americani e la maggior parte dei Paesi occidentali – ha detto durante una visita in Nuova Zelanda – stanno discutendo molto seriamente tra loro sul modo di procedere di fronte alla presenza russa in Ucraina. Devono capire che non c’è soluzione militare. Un dialogo politico per una soluzione politica è il cammino più sicuro”, ha aggiunto, deplorando una “situazione caotica e pericolosa dalle conseguenze regionali e mondiali”. L’avvertimento di Man Ki-moon è indirizzato ai 28 capi di Stato dell’Alleanza atlantica che devono adottare al summit di giovedì e venerdì un piano di reazione in risposta all’intervento russo
Intanto però l’Australia ha rafforzato le sanzioni contro Mosca, portandole allo stesso livello imposto dall’Unione Europea, in risposta all’intensificarsi degli attacchi russi in Ucraina. Lo ha annunciato in parlamento il primo ministro conservatore Tony Abbott. «Non vi saranno nuove esportazioni di armi, nessun accesso al mercato australiano dei capitali da parte di banche statali russe, nessuna nuova esportazione verso l’industria petrolifera e del gas, nessun nostro commercio o investimento in Crimea. Vi saranno nuove sanzioni finanziarie mirate e divieti di viaggio a carico di individui specifici», ha detto Abbott. Il leader dell’opposizione laburista Bill Shorten ha espresso sostegno all’adozione di misure il più possibile severe. «E’ il momento di sanzioni più dure contro il governo russo, a causa delle sue azioni illegali in un paese vicino», ha detto. Un portavoce dell’ambasciata russa a Canberra, Alexander Odoevsky, ha avvertito che Mosca potrà rivalersi con dannose contromisure, come ha fatto circa un mese fa dopo un precedente giro di sanzioni, mettendo al bando le importazioni di carne e di altri prodotti alimentari dall’Australia.
(Il Journal)

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