A Parigi vertice sulla sicurezza: agli Usa l'appoggio politico anche di Egitto, Giordania e Arabia Saudita. Ma non quello militare. Le incognite di Russia e Iran. Primi voli di ricognizione dell'aviazione francese
A fianco degli Stati Uniti nella guerra contro l’Isis in Iraq e Siria si schierano dieci Paesi arabi. Durante il suo viaggio in Giordania, Turchia, Egitto, emirati del Golfo e soprattutto l’Arabia Saudita, il segretario di Stato americano John Kerry ha raccolto ampie adesioni a intraprendere raid aerei contro i miliziani dell’autoproclamato califfo Al-Baghdadi. I dieci nuovi alleati degli Usa dovrebbero fornire supporto logistico, di intelligence, ma al momento è escluso un coinvolgimento militare diretto. La notizia dell’allargamento del fronte anti Isis viene riportata direttamente da alti funzionari del Dipartimento di Stato al seguito di John Kerry citati dal New York Times. “Ci sono state offerte sia al Centcom che agli iracheni da parte di Paesi arabi per condurre azioni più aggressive”, ha detto uno dei funzionari usando la sigla del Comando Centrale Usa, che supervisiona le operazioni militari in Medio Oriente.
Ma dopo la decapitazione del cooperante scozzese David Haines, a fianco della campagna militare di Obama potrebbe scendere l’alleato di sempre: la Gran Bretagna. I premier conservatore David Cameron, infatti, dopo le perplessità iniziali all’interno del suo stesso governo, sarebbe deciso a sostenere in prima linea l’impegno militare Usa. L’esecuzione del 44enne, da sempre impegnato nell’aiutare i musulmani nei teatri di guerra, è infatti un chiaro messaggio ai paesi occidentali e arabi alleati degli Stati Uniti. Non a caso il filmato dell’ennesima barbarie dell’Isis diffuso su internet si intitola “Messaggio agli alleati dell’America”, una dichiarazione di guerra, in risposta a quella lanciata da Barack Obama l’11 settembre. Un “affronto”, che va ad aggiungersi alle decapitazioni dei reporter americani James Foley e Steven Sotloff che Londra e Washington non vogliono lasciare impunito, anche perché nelle mani dei jihadisti dello Stato islamico c’è ancora un ostaggio britannico: il cooperante di Manchester Alan Henning, che viene mostrato alla fine del video in cui viene ucciso Haines e che potrebbe essere la prossima vittima dei tagliagole dell’Isis.
Intanto a Parigi si riunisce la conferenza internazionale, nella quale i 20 Paesi della coalizione cercheranno di delineare la strategia e le misure da adottare contro l’Isis. L’Italia sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Federica Mogherini. Mentre la Francia, membro dell’alleanza anti-jihad, nelle prossime ore avvierà i primi voli militari di ricognizione in Iraq. Lo ha annunciato il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, in visita negli Emirati Arabi Uniti: “A partire da questa mattina, i primi voli di ricognizione si svolgeranno con l’accordo delle autorità irachene e delle autorità degli Emirati Arabi Uniti”, ha spiegato il ministro dalla base di Al-Dhafra, in cui si trovano circa 200 militari, tra cui piloti degli aerei da caccia Rafale.
(Il Fatto Mondo)

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