L'esercito nigeriano si muove con esasperante lentezza e poca convinzione contro i Boko Haram
I Boko Haram continuano a spadroneggiare nel Nord della Nigeria, mentre il governo sembra impotente e l’esercito decisamente poco entusiasta dell’impegno che lo attende.
UN ESERCITO INCONSISTENTE - La crisi provocata in Nigeria dal dilagare dei Boko Haram è prima di tutto frutto dell’indifferenza della politica e dell’inconsistenza dell’esercito. Nonostante il paese sia stato governato da giunte militari dagli anni ’70 fino al tramonto del ventesimo secolo e nonostante poi la Nigeria abbia contribuito con generosità e uomini nello stabilizzare diverse crisi in altri paesi africani, oggi i militari nigeriani non sembrano in grado di opporre alcuna resistenza agli islamisti locali, che ora hanno dichiarato il califfato e preso il controllo di almeno tre centri abitati.
I MILITARI TRADISCONO O SCAPPANO - Le cronache dicono di dichiarazioni dei militari che dicono di non poter affrontare i Boko Haram perché sarebbero armati meglio, anche se in effetti non dispongono che di armi leggere. Una fonte militare ha detto che l’esercito aspetta delle «munizioni speciali» senza le quali non è possibile affrontare gli islamisti. In realtà l’esercito ha anche un problema di corruzione, che ha reso inutili i pur ingenti fondi per la Difesa, e uno di lealtà, visto che diversi ufficiali vendono informazioni e le stesse armi dell’esercito agli uomini del califfato. All’apparire dei quali in genere poi l’esercito scappa.
TRE ESERCITI CONTRO I BOKO HARAM - E così quando arrivano i Boko Haram scappano anche i nigeriani, almeno quelli che ce la fanno, secondo la UNHCR sono già più di 600.000 quelli che hanno lasciato case e villaggi, in particolare a Gwoza e Marte nello stato di Borno, a Buni Yadi nello Yobe, e a Madagali nell’Adamawa, le città ora nel pieno controllo dei ribelli. Ribelli locali, a differenza di quanto accade con l’ISIS i Boko Haram sono un gruppo locale, espressione del settentrione a maggioranza musulmana della Nigeria. Le speranze restano nella collaborazione con i vicini, in particolare con il Ciad, visto che i militari del Camerun per ora hanno imitato i nigeriani e sono scappati lasciando indifese le città di frontiera. L’epicentro dell’attività militare degli islamisti è infatti all’incrocio dei confini tra i tre paesi, a ridosso del lago Ciad, una posizione strategica che ha permesso ai Boko Haram di usare i confini per proteggersi quando era troppo debole, ma che ora potrebbe diventare il catalizzatore di un’iniziativa congiunta degli eserciti dei tre paesi.
(Giornalettismo)


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