domenica 3 agosto 2014

STRISCIA DI GAZA: ATTI CRIMINALI E IMPUNITÀ, COSÌ MUOIONO I CIVILI PALESTINESI...





L'’esercito israeliano si è ritirato o si sta ritirando dalla Striscia di Gaza. Ma le bombe israeliane continuano a cadere sul milione e mezzo di civili che vivono stretti in questo fazzoletto di terra. Israele sostiene di mirare a Hamas, ma muoiono i palestinesi che da Hamas sono comunque rappresentati.

Il conteggio dei corpi senza – per lo più civili, centinaia di donne e bambini – ieri ha superato la quota di 1830. Quasi duemila morti, questo il tributo da pagare per consentire a Israele di distruggere i tunnel realizzati da Hamas e potenzialmente utilizzabili per condurre attacchi all’interno del territorio israeliano.
La Striscia è sempre più lontana dalla Cisgiordania, l’altro territorio palestinese sotto occupazione. Un’occupazione che di fatto – se si considera la presenza delle colonie, dell’esercito israeliano e delle terre lungo il fiume Giordano che Israele difficilmente cederà, cosìmcome del controllo delle risorse idriche – non sta portando alla nasciat di uno Stato palestinese indipendente e libero.
Un conflitto, quello israelo-palestinese, con profonde radici storiche che anno dopo anno rendono più difficile trovare una soluzione che contemperi il diritto al ritorno dei palestinesi da decenni profughi e il diritto degli israeliani nati in queste terre.
Gaza, stretta tra il mare, Israele e l’Egitto che non apre i suoi confini, è una prigione da cui non si esce. Chi ci nasce è condannato a morte, anche se non ha colpe. Come non le avevano i 10 palestinesi uccisi ieri da bombe israeliane in una scuola gestita dall’Onu a Rafah, nel sud della Striscia. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha definito l’attacco “un oltraggio morale e un atto criminale”. Un atto criminale che probabilmente, come avvenuto in passato, resterà impunito.
(Atlas)

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