domenica 31 agosto 2014

Non addestrare chi bombarda....



Dalla Sardegna a Ferrara crescono le mobilitazioni contro le manovre della Marina israeliana al largo dell’Isola e contro la visita preannunciata a Ferrara del premier di Tel Aviv

di Checchino Antonini



Non addestrare chi bombarda, non accogliere con tutti gli onori chi ordina le stragi di civili, fa costruire i muri e rende impossibile la vita ai sopravvissuti. Ossia Netanyahu. Dalla Sardegna a Ferrara si moltiplicano le mobilitazioni per la Palestina e contro la guerra permanente cui è sottoposta da parte di Israele. E se nell’Isola si profilano manovre di addestramento della marina israeliana (l’Italia del Pd è il primo fornitore di armi a Israele), nella città estense potrebbe essere ricevuto, l’anno prossimo, il controverso premier di Tel Aviv. Tra le reti no war e di solidarietà con la Palestina continua il dibattito sull’opportunità di una mobilitazione nazionale.
Intanto, domani, 30 Agosto, Cagliari sarà teatro di un’assemblea internazionale per bloccare le esercitazioni militari israeliane in Sardegna, per il sostegno alle campagne di boicottaggio della BDS e per il loro rilancio a livello locale. Il 13 settembre, alle 16:30, il poligono di Capo Frasca vedrà una manifestazione nazionale contro l’occupazione militare e contro le manovre di guerra d’Israele in Sardegna.
Da Ferrara riceviamo il testo di una richiesta inoltrata dal “Coordiamento Ferrara per la Palestina” a Sindaco, Direttore del Meis e Ministro della Cultura per chiedere il ritiro dell’invito al premier israeliano all’inaugurazione del Meis – Museo dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – prevista nel 2015. «Nella nostra intenzione – scrivono i promotori – c’è il rendere questa campagna nazionale, in modo tale da provare ad esercitare una forma di pressione il più ampia per impedire quest’ennesima vetrina proposta ad Israele. Per questo vi chiediamo di far girare l’appello fra tutti i vostri contatti, di sottoscriverlo e farlo sotoscrivere ai singoli ed alle associazioni del vostro territorio. Non è molto, ma è un tentativo di chiedere alla politica di smettere di essere connivente con chi sta massacrando un popolo e di schierarsi». Per i promotori il premier israeliano dovrebbe essere dichiarato “non gradito” per le sue responsabilità nell’occupazione militare del territorio Palestinese di Gaza ed i bombardamenti da esso subiti; per la violazione della IV Convenzione di Ginevra (“Protezione delle persone civili in tempo di guerra”). Tutte azioni condannate dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, in occasione dell’attacco, il 26 luglio 2014, ad un’ambulanza a 200 metri da un ospedale, che ha causato la morte di due persone del personale medico ed il ferimento di altre 3. Netanyahu è il responsabile politico dell’operazione “piombo fuso” avvenuta a Gaza nel 2008, come provato dalla Commissione di inchiesta delle Nazioni Unite: un attacco che “non fosse solo teso ad uccidere, ma anche a diffondere terrore alla popolazione civile”. Viene anche ricordata la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja che ha giudicato il Muro in Cisgiordania “contrario al diritto internazionale” e l’autorizzazione dei governi israeliani alla costruzione, sempre in violazione della IV convenzione di Ginevra, di insediamenti coloniali nei Territori Occupati. Lo Stato di Israele ignora sistematicamente tutte le risoluzioni dell’ONU che ne condannano le azioni e l’operato, perché accogliere il suo premier per un’operazione importante come l’inaugurazione del museo della Shoah?
I fermenti sardi prendono spunto da un appello che parte da Gaza. Una foto ritrae un ragazzo davanti a un cumulo di macerie, tiene in mano un cartello con scritto, “Italia, non addestrare i piloti che ci bombardano”. Un gruppo di bambini ne sorregge un altro: “Addestrare i piloti israeliani = uccidere bambini palestinesi”. Quasi 50 i foto-appelli che sono arrivati dalla Striscia, e diffusi dalla campagna Bds, per chiedere al governo italiano di annullare le esercitazioni militari previste per settembre in Sardegna, che, secondo un documento del Ministero della Difesa, prevedono la partecipazione dell’aeronautica israeliana. Dopo oltre sei settimane di bombardamenti israeliani, che conta oltre 2000 morti, tra cui quasi 500 bambini, e oltre 10.000 feriti, e che hanno devastato gran parte delle infrastrutture di Gaza, compresi ospedali, scuole, case, impianti e fabbriche, i giovani di Gaza usano la loro creatività per mandare un messaggio all’Italia, un messaggio che non poteva essere più chiaro: Non sostenere i responsabili della distruzione del nostro futuro.
Sugli altri cartelli ci sono appelli per un embargo militare a Israele – l’Italia è infatti il primo fornitore europeo di armi a Israele – e per la sospensione del accordo di cooperazione militare tra Roma e Tel Aviv, che, tra l’altro, comprende le esercitazioni militari congiunte che si svolgono da anni in Sardegna.

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