Maurizio Bilchi
Le sue truppe avanzano in Iraq tra massacri, fosse comuni e stupri di massa, c'è del metodo nella follia del califfo.
Ancora risulterà pure incomprensibile e di non facile memorizzazione, ma presto dovremo imparare un nome, Abu Bakr al Baghdadi, 43 anni, nato a Samarra, antichissima città distante 100 km da Baghdad, situata sulla riva est del fiume Tigri. Autoproclamato califfodell'Isis ( il 29 giugno 2014), Stato islamico di Iraq e del Levante, prima, e con una semplice operazione geopolitica, Is, Stato islamico, ora; si è in pratica tolto il limite geografico, mettendo in chiaro il suo progetto di un califfato unico dall'Iraq al Nord Africa. Le immagini della decapitazione di James Foley sono ancora negli occhi di tutti, la sua testa ha alzato il velo su quando sta accadendo in Iraq e Siria. Follia pura, tra fosse comuni e stupri di massa, ma con metodo, quella di questa nuova rete di soldati jihadisti partorita da Al Qaeda; le truppe del califfo Abu Bakr al Baghdadi avanzano massacrando le minoranze religiose, appena rallentati dai raid aerei americani, con Obama che suo malgrado si ritrova a essere il quarto inquilino della Casa Bianca a dover intervenire in Iraq. Ma come detto la follia del califfo è lucida, strategica, portata avanti con metodo, sa bene che nessuno ha mai vinto una guerra dall'alto quando sul terreno si è instaurato un potere forte. A differenza di Bin Laden, al Baghdadi non compie attentati clamorosi all'estero, ma lavora sul territorio, conquista città, in pratica senza testimoni, avanza sul territorio pezzo su pezzo, con un esercito non solo fanatico, ma anche organizzato e ben armato. Le finanze per il progetto del califfato sono garantite dalla vendita di greggio, già in Siria si è impadronito di alcuni pozzi, con barili dipetrolio venduti perfino alla stessa Damasco, e in Iraq punta decisamente al nord ricco di giacimenti; inoltre quello nero non è nemmeno l'unico liquido strategico per Abu Bakr al Baghdadi, perché c'è anche l'acquanella sua mente, quella della diga sul Tigri, il controllo della quale gli può permettere di avere le mani sull'agricoltura, ma anche di assetare o allagare le città.
La biografia del califfo è scarna e misteriosa, pare fosse un Imam durante la seconda guerra statunitense in Iraq, undici anni fa, fino al 2012 era in rapporti con il successore di Bin Laden, Ayman al-Zawahiri, dalla Siria, inserendosi e attaccando il regime di Al-Assad, il cambio di passo e il reclutamento di milizie; il resto è quello che vediamo questi giorni, il 5 luglio 2014, dopo che si è autoproclamato califfo, si mostra per la prima volta in pubblico, parlando dalla grande moschea al-Nuri di Mosul, dove chiama all'obbedienza tutti i musulmani del mondo. Non ci sono attentati clamorosi fuori, ma ha fatto già una cosa che non era riuscita nemmeno a Bin Laden: un califfato.
(Blasting.new)

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