Gli islamisti nigeriani imitano i fratelli dell'ISIS e s'insediano negli abitati
Sono due le cittadine nigeriane occupate negli ultimi tempi dagli estremisti islamici nigeriani. Il governo di Abuja, già incapace di recuperare le centinaia di ragazze rapite nei mesi scorsi, resta per ora alla finestra.
I BOKO HARAM ALL’ATTACCO - Il gruppo armato islamista Boko Haram ha preso la città di Buni Yadi, nello stato di Yobe, nel nord-est della Nigeria. Lo riferiscono residenti che sono riusciti a fuggire dalla zona. «Non ci sono soldati a Buni Yadi e i residenti hanno detto che i miliziani Boko Haram possono andare e venire a loro piacimento», racconta Abdullahi Bego, portavoce del governatore di Yobe, Ibrahim Geidam. I residenti fuggiti dalla città hanno riferito di esecuzioni sommarie da parte dei Boko Haram, ma anche di unaBuni Yadi lasciata indifesa dall’esercito.
NOTIZIE CONFUSE - La presa della cittadina sarebbe avvenuta in una data imprecisata dal 30 luglio scorso in poi, giorno nel quale gli islamisti hanno attaccato la sede del governo issando sul suo tetto la loro bandiera. Come spesso accade infatti la notizia della presa della città è giunta molto in ritardo alla stampa e per bocca degli abitanti che sono fuggiti all’apparire dei Boko Haram. La città è isolata e difficilmente raggiungibile dalla capitale Damaturu anche perché il gruppo terroristico ha distrutto l’unico ponte che la collega alla parte meridionale dello stato di Yobe
LA NUOVA STRATEGIA - Due settimane fa gli stessi avevano conquistato Gwoza, nel vicino stato di Borno, vera e propria culla dei Boko Haram. Qui si è registrata una reazione dei militari nigeriani, che però a oggi non sono stati in grado di riprendere la città occupata. Il menu dell’occupazione è quello solito, i profughi raccontano che gli islamisti hanno ucciso due fumatori (di sigarette) e una donna, giudicata colpevole di convivere con un uomo che non è suo marito.
L’ESERCITO NON C’È - Particolarmente inquietante resta l’incapacità dell’esercito nigeriano e l’apparente disinteresse del governo, che aveva promesso di «bring back our girls» rapite e invece non ha fatto nulla, se non condannare alcuni ufficiali che hanno venduto le armi dell’esercito ai Boko Haram. Quando non si arriva a questi estremi, i militari nigeriani privilegiano spesso la fuga di fronte agli islamisti e difficilmente si può dar loro torto, visto che sono armati peggio degli islamisti e dato che da Abuja non arrivano rinforzi. In compenso quando scatta la repressione l’esercito nigeriano si abbandona a sanguinose rappresaglie contro le popolazioni sospettate di complicità con i Boko Haram, tanto che negli ultimi tre anni i militari hanno ucciso più di 4.000 persone, ben poche delle quali erano combattenti islamisti.
(Giornalettismo)


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