martedì 19 agosto 2014

Iraq, soldati iracheni lanciano offensiva su Tikrit, ma lo Stato islamico li respinge...



Dopo la presa della diga di Mosul da parte dei peshmerga curdi, l'esercito punta alla città natale di Saddam Hussein. Onu prepara operazione umanitaria per 500mila persone. Domani il Parlamento italiano vota sull'invio di armamenti



BAGDAD - L'esercito iracheno prova a minacciare le roccaforti dello Stato islamico: a poche ore dalla riconquista da parte dei peshmerga della diga di Mosul, il cui controllo è strategico sia dal punto di vista economico che potenzialmente militare, e mentre i combattenti curdi stanno consolidano le proprie posizioni prima di attaccare la città, l'esercito iracheno ha provato a lanciare un'offensiva per riprendere la città di Tikrit, città natale di Saddam Hussein, 

L'attacco verso Tikrit, nelle mani dell'Is da giugno, è stata confermata in maniera ufficiosa da una fonte militare irachena: "L'esercito iracheno, affiancato da volontari, entrambi supportati dall'intervento di elicotteri stanno prendendo parte" all'operazione che ha nel mirino Tikrit. Ma la resistenza dei jihadisti dell'Is è stata intensa, riporta l'agenzia Reuters, e ha costretto l'esercito a bloccare l'avanzata. Avanzando da sud, un fuoco di respingimento di mitragliatrici e mortai ha frenato i militari, mentre quella parte di truppe che avanzava da ovest è stata fermata da mine e cecchini. 

Di pari passo all'offensiva militare, proseguono le preoccupazioni umanitarie. L'Onu ha annunciato il lancio di una grande operazione per oltre mezzo milione di profughi iracheni costretti ad abbandonare le loro abitazioni a causa dell'avanzata dei jihadisti dell'Is nel nord dell'Iraq. Gli aiuti verranno consegnati dall'Unhcr, l'agenzia Onu per i rifugiati, attraverso un ponte aereo, su strada e via mare attraverso la Turchia, la Giordania, gli Emirati arabi e l'Iran.

La minoranza yazida continua a essere la più colpita, insieme ai cristiani. Una 24enne yazida ha raccontato all'agenzia di stampa curda Rudaw storie drammatiche: "Diverse ragazze si sono suicidate. Oggi una ragazza si è impiccata con il velo ed è morta. Salvateci, salvateci. Chiunque possa sentire la nostra voce - Stati Uniti, Europa, chiunque - per favore aiutateci, salvateci". "Ogni giorno arrivano i combattenti e cercano tra di noi. Prendono due o tre ragazze carine. Quando le ragazze tornano sono in lacrime, sfinite e umiliate. I combattenti portano le ragazze ai loro emiri, che ne abusano sessualmente".

Domani il voto in Parlamento su armi ai curdi. Le commissioni del Parlamento italiano dovranno decidere domani sull'invio di armi ai curdi, con l'opposizione del Movimento 5 Stelle: "Il rischio è quello di creare un precedente pericoloso. Servirebbe una deliberazione dell'aula, invece qua si vuole dare il via libera a un aiuto militare diretto senza che il Parlamento si sia espresso". Ha detto Carlo Sibilia (M5S), segretario della commissione Affari esteri della Camera, in un'intervista a Repubblica. 

"Ci vorrebbe un referendum per chiedere agli italiani se sono d'accordo con l'invio di armi ai curdi", continua Sibilia, sottolineando però di sapere che la sua è destinata a restare "una provocazione". Anche Sel, per voce di Nicola Fratoianni, si dice contrario all'invio di armi: "Armare i curdi significa delegare a loro quello che dovrebbe essere fatto da una forza internazionale a guida Onu".

Per l'invio delle armi, si studiano sia l'opzione aerea che quella via mare. Alla Farnesina si susseguono le riunioni operative in vista dell'informativa di domani alle Camere dei ministri della Difesa Roberta Pinotti e degli Esteri Federica Mogherini. Non esclusa anche la possibilità di una rotta senza scalo fino al Kurdistan iracheno con il sorvolo del territorio turco.

Se si deciderà di rifornire i combattenti curdi, probabilmente le armi scelte saranno i 30mila fucili d'assalto kalashnikov di produzione sovietica e relativo munizionamento sequestrati 20 anni fa ad una nave da trasporto partita dall'Ucraina e diretta a Spalato e custoditi a La Maddalena.

(R.it)

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