martedì 19 agosto 2014

Gaza, razzi di Hamas violano la tregua: Israele risponde Dalla Striscia ripartono i missili su Israele. Che risponde: uccise moglie e figlia di un capo di Hamas....





A Gaza non è già più tempo di tregua: nel pomeriggio del 19 agosto tre razzi sono stati sparati dalla Striscia verso la zona della città israeliana di Beer Sheva, nel Neghev, malgrado il cessate il fuoco ancora in corso.
Le brigate al Qassam, 'braccio militare' di Hamas, hanno rivendicato l'azione. In particolare, dei missili M75 contro Tel Aviv e dei Farj - di produzione iraniana - su altre zone di Israele.
Fortunatamente sono tutti esplosi in zone non abitate, senza fare vittime, secondo quanto riferito dalla radio militare.
PRONTA RISPOSTA DI TEL AVIV. Ma i primi morti sono arrivati nella serata: una bambina di cinque anni è stata uccisa da un raid di Israele su Gaza City. A riferirlo è stata l'agenzia palestinese Maan, secondo cui ci sono altri due morti e 15 feriti. La piccola è la prima vittima dopo la rottura della tregua. Nelle ore successive hanno perso la vita anche la moglie e la figlia di un capo militare di Hamas, Mohammed Deif.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Moshe Yaalon avevano ordinato all'esercito di colpire «obiettivi terroristici».
Testimoni dalla Striscia, citati in arabo sui social network, hanno riferito da parte loro di esplosioni, malgrado non sia ancora giunta alcuna rivendicazione del lancio di razzi.
«LA COLPA È DI ISRAELE». In precedenza, un portavoce di Hamas, Fawzi Barhum, aveva però polemizzato con Israele. «Se il premier Benyamin Netanyahu non comprende le richieste e il messggio della Striscia espresso al Cairo col linguaggio della politica», aveva affermato, «conosciamo il modo di farglielo comprendere egualmente». Il capo negoziatore di Hamas al Cairo, Izzat Risheq, via Twitter, ha invece dichiarato che la possibilità di una tregua duratura è definitivamente «sfumata».
E la a responsabilità «è di Israele», ha scritto.
RECIPROCO SCAMBIO DI ACCUSE. L'organizzazione islamista ha, quindi, accusato proprio Israele di aver infranto il cessate il fuoco. In una dichiarazione alla stampa un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha affermato di non avere alcuna informazione su razzi sparati verso il Neghev. Di conseguenza, i raid compiuti da Israele nella Striscia rappresentano a suo dire una infrazione della tregua. Secondo un portavoce militare israeliano, sono stati colpiti a Gaza una decina di obiettivi. Fonti locali hanno riferito che gli aerei hanno centrato a Rafah un sito della Jihad islamica e nelle vicinanze un obiettivo legato ai Comitati di resistenza popolare: cosa che potrebbe lasciar pensare che Israele attribuisca i lanci degli ultimi razzi  a queste fazioni. A Beit Lahya sono state invece prese di mira, a quanto pare, rampe di lancio sotterranee. E due bambini sono rimasti feriti.
RICHIAMATA LA DELEGAZIONE ISRAELIANA. Intanto, la delegazione israeliana è stata richiamata dal Cairo, dove discuteva le modalità di un consolidamento della tregua a Gaza nell'ambito di negoziati indiretti mediati dall'Egitto.  Il richiamo della delegazione coincide con la nuova fiammata di scontri a cavallo della Striscia, innescata dal lancio di tre razzi verso Israele e dalla successiva risposta delle forze armate dello Stato ebraico. La delegazione  ha lasciato Il Cairo a bordo di un aereo privato diretto a Tel Aviv.
(Lettera 43)

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