L’analisi dell’Ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani. Il bilancio delle vittime è più che raddoppiato in un anno. La «paralisi internazionale» ha incoraggiato la «devastazione»
Sono oltre 191mila le persone uccise in tre anni di conflitto in Siria: lo rivela un rapporto delle Nazioni Unite reso noto oggi a Ginevra. Il dato, più che raddoppiato rispetto ai 93mila morti segnalati circa un anno fa, riguarda solo i casi documentati e si tratta «senza dubbio di una sottovalutazione del numero reale», afferma l’Onu.
La denuncia contro la «paralisi internazionale»
«La paralisi internazionale» ha incoraggiato gli «assassini, i torturatori e i devastatori in Siria», ha denunciato oggi a Ginevra l’Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay. «Ci sono gravi accuse che crimini di guerra e crimini contro l’umanità sono stati commessi più volte nell’impunità totale. Ciononostante il Consiglio di Sicurezza ha omesso di deferire il caso della Siria alla Corte penale internazionale», ha detto Pillay commentando l’ultimo rapporto sul numero di uccisioni in tre anni di conflitto.
63 mila morti ogni anno
L’analisi aggiornata effettuata per conto dell’Ufficio dell’Alto commissario Onu per i diritti umani ha consentito di compilare un elenco di 191.369 casi di individui uccisi in Siria tra il marzo 2011 e la fine di aprile 2014, spiega una nota. Di questi, almeno 8.803 sono minorenni e tra quest’ultimi 2.165 avevano meno di 10 anni, precisano le Nazioni Unite, sottolineando tuttavia che nell’83,8% dei casi l’eta' delle vittime non ha potuto essere stabilita. Il rapporto - il terzo dallo scoppio del conflitto - rivela che circa l’85,1% (162.925) delle vittime documentate finora sono uomini e 9,3% (17.795) sono donne. Come nelle precedenti relazioni, l’analisi non ha consentito di distinguere tra combattenti e non combattenti. Il maggior numero di uccisioni documentate è stato registrato nel Governatorato di Damasco rurale (39.393), a Aleppo (31.932), Homs (28.186), Idlib (20.040), Daraa e Hama.
(La Stampa Esteri)
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