- di Tommaso Caldarelli
I raid americani aiutano le milizie curde. A Baghdad intanto scoppia il caso politico ,
Iraq, le truppe del Califfato Islamico di Siria e Iraq del Levante, ovvero Isis, subiscono le prime sconfitte grazie ai raid mirati americani: le truppePeshmerga del Kurdistan riescono a riconquistare alcune città chiave per ottenere il pieno controllo del loro territorio. Nel frattempo gli americani pianificano un nuovo intervento umanitario per mettere al sicuro i rimanenti fra gli Yazidi che sono ancora bloccati nell’altopiano montuoso vicino al confine nord con la Siria.
GLI USA E I CURDI - “Il supporto aereo americano ha incoraggiato i miliziani curdi a invertire la tendenza degli ultimi scontri e riprendersi Gwer e Mahmour, due insediamenti a mezz’ora di auto da Erbil”, capitale del Kurdistan iracheno, strenuamente difeso dalle milizie Peshmerga, scrive il New York Times. “La potenza aerea americana ha anche mutato la situazione presso il monte Sinjar”: quattro attacchi aerei americani hanno “aiutato gli Yazidi e i combattenti curdi ad aprire una via che ha permesso a migliaia di Yazidi di scampare all’assedio”. I fuggiaschi hanno raggiunto Fishkhabour, una città sotto il controllo curdo nel nord dell’Iraq, passando attraverso la Siria. Secondo alcune stime, sarebbero riusciti a fuggire dall’altopiano del Sinjar qualcosa come 20mila rifugiati, con altrettanti Yazidi ancora intrappolati nella zona.
SALVATE GLI YAZIDI - E’ per questo che, scrive il Guardian, gli Usa starebbero pianificando un nuovo intervento umanitario su larga scala per salvare tutti gli Yazidi rimanenti dalla zona montuosa in cui sono bloccati da giorni. “Stiamo analizzando opzioni per rimuovere i rimanenti civili dalla montagna”, dice il vice consigliere per la Sicurezza Nazionale Ben Rhodes: “I Curdi ci stanno aiutando e stiamo parlando con le Nazioni Unite e con altri partner internazionali per capire come portarli in salvo”. Quattro raid aerei nella zona hanno indebolito le difese dei miliziani dell’Isis e il lancio di rifornimenti e viveri hanno permesso agli Yazidi di resistere all’assedio delle truppe del Califfato ma, purtroppo, “molti dei rifornimenti si sono schiantati al suolo dopo essere stati paracadutati”, scrive il giornale inglese.
EMPASSE POLITICO - Intanto, a Baghdad la politica è bloccata. Il presidente dell’Iraq Fouad Massoum, neoeletto, da 15 giorni non riesce a nominare un nuovo primo ministro; per questo il premier uscente, Nouri Al-Maliki, haaccusato Massoum di “violare la costituzione” per i suoi interessi, e ha annunciato che si rivolgerà “alla corte federale”; nel frattempo intorno la Green Zone, l’area di Baghdad che contiene i palazzi presidenziali, la sicurezza è raddoppiata. Al Maliki cerca una nuova nomina da parte del presidente iracheno, ma gli Stati Uniti hanno già espresso “pieno sostegno” al neopresidente Massoum: “Al-Maliki è fuori di testa, vive su un altro pianeta”, dice un alto ufficiale iracheno anonimo; “non riesce a capire bene il pasticcio che ha creato”.
(Giornalettismo)

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