Continuano i bombardamenti, uccisi due bambini. Al Cairo Israele non si presenta e la delegazione palestinese dà un ultimatum: tempo fino alle 15 per riaprire il dialogo. In Cisgiordania l’esercito uccide un bambino di 11 anni di fronte alla sua casa
Gerusalemme, 10 agosto 2014, Nena News – Sono proseguiti i bombardamenti stamattina contro la Striscia di Gaza: tre i morti, da tra cui un bambino di 13 anni e una bambina di 14, a Rafah e Khan Younis. Decine i feriti. Dopo 34 giorni di attacco israeliano, il numero di vittime palestinese è giunto a 1.917, quasi 10mila i feriti.
La tensione è alta anche al Cairo, dove ogni spiraglio di tregua sembra chiudersi. La delegazione palestinese ha minacciato di lasciare l’Egitto se quella israeliana non si presenterà entro le 3 di oggi pomeriggio: “Abbiamo un incontro domani [domenica] con i negoziatori egiziani – ha detto il capo negoziatore Azzam al-Ahmed – Se la delegazione israeliana porrà condizioni al suo ritorno al tavolo, non le accetteremo”. Fonti israeliane hanno risposto tramite l’agenzia stampa AFP: nessun dialogo se non cessa il lancio di razzi verso il territorio israeliano.
Da parte palestinese le richieste sono chiare: impossibile tornare allo status quo precedente l’attacco, ovvero il ritorno all’assedio totale della Striscia che impedisce ai residenti palestinesi una vita normale. Dal Cairo le fazioni palestinesi chiedono la fine dell’assedio, l’apertura del porto di Gaza, la creazione di un passaggio sicuro tra la Striscia e la Cisgiordania e la liberazione di decine di prigionieri, arrestati durante l’operazione di ricerca dei tre coloni dopo essere stati rilasciati con l’accordo Shalit nel 2011.
Il leader di Hamas, Moussa Abu Marzouq, ha avvertito che le prossime 24 ore saranno cruciali: “Nelle prossime ore sarà deciso il destino del negoziato. Non resteremo a parlare per lungo tempo senza discussioni serie. Non vogliamo un’escalation, ma non accetteremo che non ci siano risposte alle nostre richieste”. Da parte israeliana, riferiscono fonti palestinesi, il rilascio dei prigionieri palestinesi è condizionato alla consegna dei corpi dei due soldati uccisi a Gaza e che secondo Tel Aviv sono in mano ad Hamas.
Ha parlato anche il premier israeliano Netanyahu che ha ripetuto la posizione di Tel Aviv: nessun negoziato se continua il lancio di razzi: “Israele non negozierà sotto il fuoco. Faremo di tutto per cambiare la realtà attuale, per portare sicurezza a tutti i cittadini. L’operazione Margine Protettivo prosegue, fino a quando il nostro obiettivo non sarà raggiunto”. Gli ha fatto ecco il ministro della Difesa Ya’alon: “Se Hamas pensa di metterci all’angolo, sbaglia. Ritorneremo al negoziato solo quando ci sarà un cessate il fuoco”.
Da Ramallah ieri ha parlato anche un parlamentare palestinese di Hamas, Ismail al-Ashqar: “Le armi sono la sola garanzia per il futuro di Gaza – ha detto in riferimento alla richiesta israeliana di disarmare i gruppi palestinesi nella Striscia – Le armi della resistenza sono l’unico strumento per rompere l’assedio di Gaza e ricostruire la Striscia”.
Bambino ucciso in Cisgiordania
Tensione alta anche in Cisgiordania, dove stamattina un bambino di 12 anni è stato ucciso dal fuoco israeliano mentre giocava di fronte casa sua, nel campo profughi di Al-Fawwar, ad Hebron. Secondo fonti mediche il bambino, Muhammad Ahmad al-Anati, è morto in ospedale dopo essere stato colpito alla schiena e all’addome.
Secondo testimoni, un gruppo di soldati stava scortando degli ingegneri in un vicino quartiere, per ragioni non note. Alcuni ragazzini hanno lanciato pietre ai soldati che hanno aperto il fuoco, colpendo Mohammad che non stava partecipando agli scontri. Sono ormai 17 i palestinesi uccisi in Cisgiordania dal 12 giugno scorso, giorno della scomparsa dei tre coloni. Nena News

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