martedì 12 agosto 2014

Gaza, colloqui tra Israele e Hamas al palo: si teme una nuova escalation al termine del cessate il fuoco...



Di Luca Lampugnani 
Poco più di ventiquattro ore dopo l'entrata in vigore, il cessate il fuoco tra Israele e Hamas sembra per il momento reggere, senza violazioni dall'una e dall'altra parte. Tuttavia, al termine dei tre giorni di tregua temporanea, non è da escludere che i razzi torneranno a volare dalla Striscia di Gaza verso Tel Aviv e che l'IDF riprenda, con maggiore potenza rispetto a quanto visto fino ad ora, l'operazione "Protective Edge".


Nonostante la pausa dalle ostilità, l'ottava, tra altri cessate il fuoco falliti perché rotti dalle rispettive offensive, i colloqui indiretti al Cairo tra Israele e Hamas sono in una piena fase di stallo, fermi ai box di pretese e richieste che, né l'uno né l'altro, ha intenzione di soddisfare. Come già detto più volte, dal canto suo Tel Aviv chiede in sostanza la completa smilitarizzazione della Striscia di Gaza, esortando il governo di Abu Mazen a riprendere il controllo di tutti i territori escludendo, in toto, Hamas e gli altri gruppi armati che guidano la rivolta palestinese. Dall'altra parte, invece, Hamas chiede con forza la fine del blocco imposto otto anni fa da Israele su Gaza, così come la possibilità di costruire un porto e un aeroporto.
Il risultato di tutto questo, come spiegato da un funzionario israeliano all'agenzia britannica Reuters, è un cane che si morde la coda: "non ci sono progressi nei negoziati, il divario tra le parti è ancora piuttosto vasto". E che il secondo round di colloqui possa effettivamente finire con un preoccupante nulla di fatto, sembra confermarlo anche Hamas, che tramite Musa Abu Maezouq, suo portavoce, ha fatto sapere che "ci troviamo di fronte ad una trattativa difficile", l'ultima se non si troverà una soluzione che metta d'accordo, anche solo minimamente, le parti. Intanto, riportano le principali agenzie, un rappresentate della delegazione palestinese al Cairo ha affermato che si sta negoziando per ottenere altre 72 ore di cessate il fuoco, con le prime in scadenza mercoledì. Per il momento non vi è alcuna conferma di questa eventualità, che se comunque si dovesse palesare significherebbe ulteriore tempo prezioso nel possibile raggiungimento di un compromesso tra Israele e Hamas.
Nel frattempo, Tel Aviv ha aspramente criticato la composizione della commissione dell'ONU che si occuperà di stabilire se durante "Protective Edge", a Gaza, sono stati commessi crimini di guerra. Benché non si sia ancora arrivati a tanto, non è da escludere che Israele possa boicottare l'inchiesta, mentre il presidente della commissione, William Schabas, come riporta Haaretz si è difeso dalle accuse di essere anti-israeliano, aggiungendo che lui e il suo team svolgeranno un'indagine assolutamente imparziale e priva di pregiudizio.

(International Busimess Times)

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