mercoledì 23 luglio 2014

La guerra c’è anche in Siria...





Mentre la guerra a Gaza e l’abbattimento dell’aereo caduto in Ucraina stanno occupando la maggior parte dello spazio di media e persone di tutto il mondo, in Siria, che è lì a poche centinaia di chilometri, la guerra va avanti da tre anni e mezzo.
E fa giorno per giorno più morti di quanti non ne faccia quella tra Israele ed Hamas. Lungi dal voler fare un confronto che sarebbe inopportuno, i numeri del conflitto siriano ad oggi sono questi: nelle ultime 24 ore più di 200 vittime, una cinquantina di queste erano civili. Negli ultimi venti giorni, più o meno quelli dai quali è cominciata la battaglia a Gaza, le vittime della guerra civile siriana sono state più del doppio di quelli ufficialmente caduti nella striscia.
Il numero complessivo dei morti nei 42 mesi di conflitto in Siria sono cadute più di 170.000 persone, anche più di quelle morte durante la guerra civile libanese (1975-90).
Secondo il Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc), dalla fine di giugno a oggi, 1.348 persone sono state uccise nelle violenze nel Paese. I bilanci dei morti a Gaza sono di oltre 600 uccisi nello stesso periodo. Il Vdc, che si avvale di una fitta rete di ricercatori sul terreno e che dal 2011 documenta con precisione le vittime e le circostanze della loro morte, e include nelle sue liste anche i membri delle forze fedeli al presidente siriano Bashar al Assad.
Il corrispondente dell’Ansa da Beirut, Lorenzo Trombetta aggiunge altri dati
La fonte in questi casi l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), il cui fondatore e direttore Rami Abderrahman è in Gran Bretagna, ma che dal 2007 denuncia le violazioni nel Paese grazie a un network di fonti mediche e attivisti presenti sul territorio. Questo mentre dal terreno continuano a giungere notizie di scontri armati tra i diversi fronti, di incessanti bombardamenti aerei dell’aviazione del regime contro zone solidali con la rivolta e di spari di colpi di mortaio da parte di insorti contro zone controllate dalle forze lealiste. I teatri più caldi rimangono la periferia di Damasco, la regione di Aleppo, quelle di Idlib, Daraa, Dayr az Zor, Hama.

(Il Journal) 

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