A partire dalle 14. Il dietrofront dell'organizzazione islamica, che aveva rifiutato la proroga. L'Onu: «Israele s'impegni per un cessate-il-fuoco».
Hamas ha fatto dietrofront, e ha accettato una nuova tregua umanitaria di 24 ore dopo aver sparato sette razzi contro lo Stato ebraico.
Lo ha comunicato un portavoce dell'organizzazione islamica, Sami Abu Zuhri.
«In risposta all'intervento dell'Onu, considerando la situazione del nostro popolo e in occasione della festa per la fine del Ramadan», ha detto il portavoce, citato anche dai media israeliani, «è stato concordato tra le fazioni della resistenza di accettare una tregua umanitaria di 24 ore, a partire dalle 14 di domenica 27 luglio, ora locale (le 13 in Italia, ndr)».
IN ATTESA DI RISPOSTA DA TEL AVIV. Israele adesso deve rispondere alla richiesta e prenderà una decisione sulla questione in una riunione del gabinetto di sicurezza, in programma a breve. L'inviato dell'Onu, Robert Serry, ha intanto chiesto al governo di Tel Aviv di «accettare la richiesta di Hamas»: una scelta che porterebbe a far tacere le armi fino alle 14 di lunedì 28 luglio. Tuttavia, come reso noto dall'agenzia Reuters, passate le ore 14 il rumore di pesanti bombardamenti è stato udito all'interno di Gaza e le sirene sono risuonate nelle località israeliane vicine al confine, segnalando così una momentanea prosecuzione delle ostilità.
«TREGUA SENZA CONDIZIONI». «Spero che il governo israeliano voglia impegnarsi in un cessate-il-fuoco, ora che Hamas è pronta a una tregua senza condizioni», ha detto Serry al quotidiano israeliano Haaretz. «Ho chiesto al governo israeliano di accettare. Ma voglio sottolineare che una tregua umanitaria non è un sostituto per un cessate-il-fuoco a lungo termine, che dovrà affrontare tutte le questioni in campo. Spero che entrambe le parti approfitteranno della pausa per iniziare a negoziare. Non saremo in grado di continuare a estendere le tregue umanitarie molto più a lungo».
CESSATE-IL-FUOCO TERMINATO DOPO 26 ORE. Un primo cessate-il-fuoco per ragioni umanitarie era iniziato alle ore 8 di sabato 26 luglio ed era terminato 26 ore più tardi, quando l'esercito israeliano aveva annunciato la ripresa degli attacchi aerei, navali e di terra contro la Striscia, come rappresaglia per i ripetuti lanci di razzi avvenuti nel frattempo da Gaza e rivendicati da Hamas.
HAMAS AVEVA RIFUTATO LA PROROGA. Il movimento islamico aveva infatti inizialmente rifiutato di prolungare il cessate-il-fuoco, affermando che avrebbe posto fine al lancio dei razzi solo se le truppe israeliane avessero lasciato Gaza e se gli sfollati fossero stati autorizzati a tornare a casa. Ma poco dopo la ripresa dei raid, il governo della Striscia è tornato sui suoi passi.
PIÙ DI MILLE MORTI TRA I PALESTINESI. Il bilancio delle vittime è di 1.060 palestinesi e 46 israeliani morti dall'inizio del conflitto, a seguito degli ultimi scontri. La maggioranza di quelli uccisi a Gaza sono civili, secondo quanto reso noto dai funzionari del ministero della Sanità, mentre in campo israeliano si contano 43 soldati e tre civili.
Lo ha comunicato un portavoce dell'organizzazione islamica, Sami Abu Zuhri.
«In risposta all'intervento dell'Onu, considerando la situazione del nostro popolo e in occasione della festa per la fine del Ramadan», ha detto il portavoce, citato anche dai media israeliani, «è stato concordato tra le fazioni della resistenza di accettare una tregua umanitaria di 24 ore, a partire dalle 14 di domenica 27 luglio, ora locale (le 13 in Italia, ndr)».
IN ATTESA DI RISPOSTA DA TEL AVIV. Israele adesso deve rispondere alla richiesta e prenderà una decisione sulla questione in una riunione del gabinetto di sicurezza, in programma a breve. L'inviato dell'Onu, Robert Serry, ha intanto chiesto al governo di Tel Aviv di «accettare la richiesta di Hamas»: una scelta che porterebbe a far tacere le armi fino alle 14 di lunedì 28 luglio. Tuttavia, come reso noto dall'agenzia Reuters, passate le ore 14 il rumore di pesanti bombardamenti è stato udito all'interno di Gaza e le sirene sono risuonate nelle località israeliane vicine al confine, segnalando così una momentanea prosecuzione delle ostilità.
«TREGUA SENZA CONDIZIONI». «Spero che il governo israeliano voglia impegnarsi in un cessate-il-fuoco, ora che Hamas è pronta a una tregua senza condizioni», ha detto Serry al quotidiano israeliano Haaretz. «Ho chiesto al governo israeliano di accettare. Ma voglio sottolineare che una tregua umanitaria non è un sostituto per un cessate-il-fuoco a lungo termine, che dovrà affrontare tutte le questioni in campo. Spero che entrambe le parti approfitteranno della pausa per iniziare a negoziare. Non saremo in grado di continuare a estendere le tregue umanitarie molto più a lungo».
CESSATE-IL-FUOCO TERMINATO DOPO 26 ORE. Un primo cessate-il-fuoco per ragioni umanitarie era iniziato alle ore 8 di sabato 26 luglio ed era terminato 26 ore più tardi, quando l'esercito israeliano aveva annunciato la ripresa degli attacchi aerei, navali e di terra contro la Striscia, come rappresaglia per i ripetuti lanci di razzi avvenuti nel frattempo da Gaza e rivendicati da Hamas.
HAMAS AVEVA RIFUTATO LA PROROGA. Il movimento islamico aveva infatti inizialmente rifiutato di prolungare il cessate-il-fuoco, affermando che avrebbe posto fine al lancio dei razzi solo se le truppe israeliane avessero lasciato Gaza e se gli sfollati fossero stati autorizzati a tornare a casa. Ma poco dopo la ripresa dei raid, il governo della Striscia è tornato sui suoi passi.
PIÙ DI MILLE MORTI TRA I PALESTINESI. Il bilancio delle vittime è di 1.060 palestinesi e 46 israeliani morti dall'inizio del conflitto, a seguito degli ultimi scontri. La maggioranza di quelli uccisi a Gaza sono civili, secondo quanto reso noto dai funzionari del ministero della Sanità, mentre in campo israeliano si contano 43 soldati e tre civili.
Domenica, 27 Luglio 2014
(Lettera 43)

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