giovedì 31 luglio 2014

Perché in Libia c’è la guerra...





Mettere ordine e raccontare con assoluta certezza quello che sta accadendo in Libia è un’operazione complicata, ma andando con ordine si può fare una ricapitolazione dei fatti ed arrivare a comprendere chi e per cosa si combatte ogni giorno con maggior ferocia.
Quando comandava Gheddafi, uno degli uomini più potenti del paese era il colonnello Khalifa Haftar, che dopo essere stato scacciato dallo stesso rais, ha vissuto per 20 anni in America e collaborato con la Cia. Rientrato nel paese dopo la caduta di Gheddafi, Haftar è diventato il comandante della brigata Zintan, che tra le altre cose, controlla – dal 2001 – tutta la zona dell’aeroporto di Tripoli dove negli ultimi giorni si è combattuto moltissimo. La brigata Zintian è una delle più forti del paese ed è alleata con l’Esercito Nazionale libico (LNA). Le violenze scoppiate a Bengasi da un paio di anni erano dirette, secondo alcune fonti, all’eliminazione deisalafiti più estremisti.
Perché nel frattempo in Libia si è votato. Il 25 giugno scorso, con scontri ed attentati che hanno provocato 70 morti.E soprattutto con un milione e mezzo di persone che hanno votato, contro i 2,8 milioni delle prime elezioni del dopo Gheddafi, nel 2012.
Da queste elezioni macchiate di sangue e contrassegnate dall’astensionismo, è uscita vincitrice la coalizione dei liberali, laici, filo occidentali contro gli islamisti. Il passaggio di consegne tra il precedente governo e quello che deve nascere, è previsto per il 4 agosto prossimo ma non si sa ancora dove avverrà. Perché il Parlamento non ha un luogo sicuro dove riunirsi.
Secondo altre fonti, Haftar vorrebbe instaurare nel paese una sorta di dittatura militare più moderata, sul tipo di quella di al- Sisi in Egitto. Il conflitto nel frattempo si è spostato a Tripoli ed il governo si è alleato con la milizia di Misurata, quella che uccise Gheddafi nel 2011. Quarantamila membri e circa 800 carri armati sarebbero il potenziale di questa fortissima milizia, che all’inizio dell’anno ha tentato un golpe – fallito – contro il Ministro dell’Interno, salvo poi rimanere al soldo del Ministero.
Perché in Libia i vari governi o ministri, parliamo del dopo Gheddafi, hanno l’abitudine di finanziare questo o quel gruppo paramilitare per proteggersi.
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In questo quadro si inserisce anche la gravissima crisi economica che ha stretto il paese. Il conflitto tra le varie milizie dell’est e quelle dell’ovest è stato sempre teso al controllo del petrolio e delle relative infrastrutture. Risultato nei primi sei mesi del 2014 la Libia ha esportato 200 mila barili di petrolio al giorno contro 1 milione e 400 mila dello stesso periodo del 2013. Dunque i libici hanno poca benzina, l’acqua e la corrente elettrica sono spesso interrotte, e le rapine alle banche per togliere loro la liquidità giornaliera sono continue.
(Il Journal)

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