mercoledì 30 luglio 2014

Iraq: jihadisti contrabbandano il petrolio per finanziarsi...



Il sindaco, Oday al Khadran, ha affermato che i jihadisti riescono a vendere quotidianamente il carico di 100-150 autobotti a prezzi che dai 3.000 ai 4.000 dollari.



I jihadisti dello Stato islamico che da giugno si sono impadroniti di vaste regioni nel Nord dell'Iraq stanno vendendo sul mercato nero il petrolio estratto da decine di piccoli pozzi, finanziandosi così con diverse centinaia di migliaia di dollari al giorno.

A lanciare l'allarme, il sindaco di Khalis, una città nella provincia di Diyala vicina alla linea del fronte e all'area petrolifera interessata. Il sindaco, Oday al Khadran, ha affermato che i jihadisti riescono a vendere quotidianamente il carico di 100-150 autobotti a prezzi che dai 3.000 ai 4.000 dollari, con un introito dai 300.000 ai 600.000 dollari. Il greggio sarebbe estratto da una trentina di pozzi sparsi tra le province di Diyala e Salahuddin. 

«Il governo deve adottare misure efficaci per fermare questo contrabbando che finanzia le milizie jihadiste», ha detto Khadran. Secondo notizie non confermate il greggio sarebbe acquistato da commercianti privati nella regione autonoma del Kurdistan. Una fonte della sicurezza nella città di Tuz Khurmatu, 250 chilometri a nord di Baghdad, controllata dalle forze curde Peshmerga, ha detto che i miliziani dello Stato islamico hanno provocato una rottura in un oleodotto che passa nella regione e dalla falla caricano il greggio sulle loro autobotti per poi rivenderlo a contrabbandieri locali.
(Globalist)

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