I jihadisti di Ansar al Sharia in Libia hanno annunciato di aver preso il controllo della città di Bengasi. «Abbiamo proclamato l'emirato islamico», hanno affermato. Riportata dalla tivù emiratina Al Arabiya, che ha citato un portavoce del gruppo legato ad Al Qaeda, la notizia è ancora tutta da verificare, come ha detto il ministro degli Esteri Federica Mogherini in audizione al Senato, ma fotografa il disastro in cui è ormai precipitata la Libia del dopo-Gheddafi. Khalifa Haftar, il generale dissidente che da aprile tenta di 'ripulire' la Cirenaica dalle milizie islamiste, ha detto che si tratta di «una menzogna. Ci siamo solo ritirati temporaneamente da alcune posizioni».
SCONTRI A TRIPOLI. Anche a Tripoli sono ripresi gli scontri tra le milizie filo-islamiste di Misurata e quelle di Zintan per il controllo dell'aeroporto internazionale, dopo una breve tregua per spegnere l'incendio divampato in due depostiti di carburante centrati da un razzo.
FUGA DI MASSA. E intanto continua la fuga in massa dalla Libia. Alla frontiera tunisina di Ras Jedir si tornano a vedere - come nel 2011 - migliaia di persone (libici, ma anche egiziani) in fila per attraversarla, mentre traghetti e navi da guerra stanno portando via 200 greci e 13 mila filippini, così come centinaia di cinesi sono partiti via mare verso Malta.
POCHE AMBASCIATE APERTE. In queste ore anche la delegazione europea ha deciso di lasciare Tripoli per la Tunisia. L'ambasciata italiana è tra le pochissime rimaste aperte, insieme a quelle di Regno Unito, Malta, Romania e Ungheria. Il premier Matteo Renzi è atteso il 2 agosto al Cairo per discutere delle crisi libica e nell'intera regione.
SCONTRI A TRIPOLI. Anche a Tripoli sono ripresi gli scontri tra le milizie filo-islamiste di Misurata e quelle di Zintan per il controllo dell'aeroporto internazionale, dopo una breve tregua per spegnere l'incendio divampato in due depostiti di carburante centrati da un razzo.
FUGA DI MASSA. E intanto continua la fuga in massa dalla Libia. Alla frontiera tunisina di Ras Jedir si tornano a vedere - come nel 2011 - migliaia di persone (libici, ma anche egiziani) in fila per attraversarla, mentre traghetti e navi da guerra stanno portando via 200 greci e 13 mila filippini, così come centinaia di cinesi sono partiti via mare verso Malta.
POCHE AMBASCIATE APERTE. In queste ore anche la delegazione europea ha deciso di lasciare Tripoli per la Tunisia. L'ambasciata italiana è tra le pochissime rimaste aperte, insieme a quelle di Regno Unito, Malta, Romania e Ungheria. Il premier Matteo Renzi è atteso il 2 agosto al Cairo per discutere delle crisi libica e nell'intera regione.
Venerdì, 01 Agosto 2014
(Lettera 43)

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