Terza notte di attacchi sulla Striscia: 80 vittime. Carri armati al confine. Egitto apre valico per i feriti. Ultimatum di Peres.
Non c'è tregua nella Striscia di Gaza, a poche ore di distanza dall'ultimatum lanciato dal presidente israeliano Shimon Peres, che ha minacciato un intervento di terra qualora Hamas non dovesse sospendere il lancio di razzi.
Tre nuovi raid aerei israeliani sono andati in scena nella notte tra il 9 e il 10 luglio, provocando, complessivamente, 14 vittime, di cui 13 nella sola città di Khan Yunes. Mentre carri armati di Tsahal sono stati ammassati al confine con la Striscia di Gaza e fonti israeliane hanno fatto sapere sapere che l'invasione potrebbe avvenire nel giro di due o tre giorni. Con il premier Benyamin Netanyahu che ha liquidato l'ipotresi di un cessate il fuoco con poche, laconiche, parole: «Una tregua con Hamas non è in agenda».
IN TRE GIORNI 80 VITTIME. A Khan Yunesun, intanto, un primo attacco ha colpito una stalla, uccidendo sei persone e ferendone altre. Più tardi, in un altro raid, dove sono state colpite due abitazioni, sono morte tre donne e quattro bambini. Infine, un ultimo attacco ha interessato il campo profughi di Nusseirat, con la morte di una persona.
In tre giorni, il bilancio delle operazioni aeree contro Hamas parla di 80 vittime, 575 feriti e 105 case distrutte.
TRE ESPLOSIONI A TEL AVIV. La tensione resta alta anche a Tel Aviv, dove sono risuonate per ben due volte le sirene di allarme e si sono udite tre esplosioni.
Il sistema di difesa anti missili Iron-dome ha intercettato due-tre razzi sul perimetro cittadino e sulla sua area metropolitana.
UN RAZZO OGNI 10 MINUTI. Secondo il portavoce militare israeliano, in meno di tre giorni da Gaza sono partiti 365 razzi: uno ogni 10 minuti. Ha divulgato, inoltre, dati secondo cui Hamas avrebbe a diposizione 6 mila razzi di vario genere (fra cui alcune decine capaci di colpire fino a 100-200 chilometri di distanza) e la jihad islamica ne avrebbe altri 5.500, con una gittata massima di 80 chilometri. Citando fonti militari, la stampa israeliana ha scritto che è molto difficile distruggere questi arsenali con attacchi aerei perché sarebbero stati nascosti sotto affollati condomini civili e sotto edifici di pubblica utilità.
LANCIATI PURE DAL SINAI. Testimoni nel Sinai settentrionale hanno anche sostenuto di aver visto partire in direzione di Israele quattro razzi sparati da un'area del territorio egiziano in cui sono attivi estremisti islamici. Sempre nel Sinai settentrionale, è stata annunciata la riapertura del valico di Rafah tra Striscia di Gaza ed Egitto per consentire l'evacuazione dei palestinesi feriti.
Tre nuovi raid aerei israeliani sono andati in scena nella notte tra il 9 e il 10 luglio, provocando, complessivamente, 14 vittime, di cui 13 nella sola città di Khan Yunes. Mentre carri armati di Tsahal sono stati ammassati al confine con la Striscia di Gaza e fonti israeliane hanno fatto sapere sapere che l'invasione potrebbe avvenire nel giro di due o tre giorni. Con il premier Benyamin Netanyahu che ha liquidato l'ipotresi di un cessate il fuoco con poche, laconiche, parole: «Una tregua con Hamas non è in agenda».
IN TRE GIORNI 80 VITTIME. A Khan Yunesun, intanto, un primo attacco ha colpito una stalla, uccidendo sei persone e ferendone altre. Più tardi, in un altro raid, dove sono state colpite due abitazioni, sono morte tre donne e quattro bambini. Infine, un ultimo attacco ha interessato il campo profughi di Nusseirat, con la morte di una persona.
In tre giorni, il bilancio delle operazioni aeree contro Hamas parla di 80 vittime, 575 feriti e 105 case distrutte.
TRE ESPLOSIONI A TEL AVIV. La tensione resta alta anche a Tel Aviv, dove sono risuonate per ben due volte le sirene di allarme e si sono udite tre esplosioni.
Il sistema di difesa anti missili Iron-dome ha intercettato due-tre razzi sul perimetro cittadino e sulla sua area metropolitana.
UN RAZZO OGNI 10 MINUTI. Secondo il portavoce militare israeliano, in meno di tre giorni da Gaza sono partiti 365 razzi: uno ogni 10 minuti. Ha divulgato, inoltre, dati secondo cui Hamas avrebbe a diposizione 6 mila razzi di vario genere (fra cui alcune decine capaci di colpire fino a 100-200 chilometri di distanza) e la jihad islamica ne avrebbe altri 5.500, con una gittata massima di 80 chilometri. Citando fonti militari, la stampa israeliana ha scritto che è molto difficile distruggere questi arsenali con attacchi aerei perché sarebbero stati nascosti sotto affollati condomini civili e sotto edifici di pubblica utilità.
LANCIATI PURE DAL SINAI. Testimoni nel Sinai settentrionale hanno anche sostenuto di aver visto partire in direzione di Israele quattro razzi sparati da un'area del territorio egiziano in cui sono attivi estremisti islamici. Sempre nel Sinai settentrionale, è stata annunciata la riapertura del valico di Rafah tra Striscia di Gaza ed Egitto per consentire l'evacuazione dei palestinesi feriti.
Giovedì, 10 Luglio 2014
(Lettera 43)

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