giovedì 10 luglio 2014

Gaza, ancora missili: cessate il fuoco lontano...





Non si ferma il lancio di razzi. Linea dura di Israele. Hamas: «Pronti a combattere per mesi». Mediazione Usa

Resta alta la tensione sulla Striscia di Gaza, dove non si ferma il lancio di razzi da una parte e dall'altra. Mentre il bilancio delle vittime è salito a quasi 100 morti e oltre 600 feriti, Hamas si è detta «pronta a combattere per mesi». Un cessate il fuoco, ha avvertito il portavoce Mahmud a-Zahar, dovrebbe rispettare le condizioni di Hamas come la rimozione del blocco di Gaza e la liberazione dei detenuti arrestati a giugno in Cisgiordania.
Dal 10 all'11 luglio da Gaza sono stati lanciati 200 razzi verso centri abitati in Israele. Da parte sua l'aviazione di Tel Aviv ha colpito, dall'inizio dell'operazione Margine Protettivo, 1.090 obiettivi (zone di lancio di razzi, tunnel, campi di addestramento).
OBAMA TELEFONA A NETANYAHU. Un possibile cessate il fuoco a ore sembra improbabile e un'azione terrestre resta un'opzione possibile. Una percezione chiara anche al presidente Usa Barack Obama che ha telefonato al premier israeliano Benjamin Netanyahu per manifestare tutta la sua preoccupazione per l'escalation della situazione, chiedere che entrambe le parti «facciano di tutto per ripristinare la calma» e assicurare che «gli Stati Uniti sono pronti a facilitare la cessazione delle ostilità».
MONITO DELL'ONU. Netanyahu ha ribadito che «una tregua non è in agenda» e che le operazioni militari continueranno.
Ma oltre all'altolà arrivato dagli Usa, si è alzata anche la voce dell'Onu. Il segretario generale Ban Ki Moon, pur condannando l'uso dei razzi da Gaza, ha definito «intollerabile l'eccessivo uso della forza da parte di Israele». 
Venerdì, 11 Luglio 2014
(Lettera 43)

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