AGGIORNAMENTO ORE 9:45 MASHA’AL (HAMAS): “NESSUN CESSATE IL FUOCO SENZA LA FINE DELL’ASSEDIO DI GAZA E RILASCIO PRIGIONIERI”
Il capo dell’ufficio politico di Hamas, Khaled Mash’al, ha ribadito che il suo movimento non accetta alcun cessate il fuoco che non preveda la fine dell’assedio di Gaza e il rilascio dei palestinesi arrestati nell’ultimo mese (e che erano stati liberati nell’affare Shalit nel 2011). Mash’al ha poi affermato che l’Egitto deve aprire il valico di Rafah.
Secondo quanto ha rivelato il leader del movimento islamico palestinese, anche la Turchia e il Qatar stanno mediando con gli egiziani per giungere ad una tregua.
AGGIORNAMENTO ORE 9 TV AL-MAYADEEN: “LE VITTIME SONO 310″
Secondo la tv panaraba al-Mayadeen, il numero delle vittime palestinesi dall’inizio del conflitto è salito a 310. Bombardate tre case a Beit Hanun al nord della Striscia. Poco fa i soccorritori hanno ritrovato i cadaveri di 5 palestinesi nella zona orientale di Khan Yunis. Una vittima anche a sud.
AGGIORNAMENTO ORE 8:55 RAID IN DIVERSE PARTI DELLA STRISCIA
Da stamattina si sono registrati vari raid dell’aviazione israeliana in diverse zone della Striscia di Gaza. Colpiti i campi di addestramento delle Brigate al-Qassam al nord.
Secondo quanto riferiscono i media israeliani l’esercito di Tel Aviv ha attaccato 37 “obiettivi” da mezzanotte a stamattina. 260 dall’inizio dell’operazione terrestre.
AGGIORNAMENTO ORE 8:45 GRAVE UN SOLDATO ISRAELIANO
Tre soldati israeliani sono stati feriti stanotte in uno scontro a fuoco con i gruppi palestinesi. Uno di questi, secondo il quotidiano israeliano Ha’Aretz, verserebbe in gravi condizioni.
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della redazione
Gaza, 19 luglio 2014, Nena News – Ban Ki moon arriva oggi nella regione con l’intento dichiarato di portare la sua “solidarietà” ai palestinesi e israeliani e di aiutare a trovare una soluzione che metta subito fine alle ostilità. Una missione che non ha basi sufficienti per poter avere qualche esito concreto e che non andrà oltre un significato simbolico. Una via d’uscita al momento non c’è, la diplomazia non ha fatto progressi. Anche perchè l’Egitto, che pure potrebbe fornire un contributo fondamentale approvando la riapertura del valico di Rafah, l’unica porta di Gaza sul resto del mondo, continua a dare segnali contraddittori e non perde occasione per lanciare duri attacchi solo al movimento islamico palestinese Hamas.
Da parte sua Israele – lo ha ribadito ieri il premier Netanyahu con l’appoggio di Barack Obama, rivendica il “diritto a difendersi” - fa sapere che continuerà le sue operazioni militari, che, afferma, sono volte a distruggere tunnel sotterranei e altre strutture usate da Hamas per lanciare i suoi razzi. Sul terreno però queste operazioni sembrano colpire in prevalenza le abitazioni e le infrastrutture civili. Il movimento islamico da parte sua ripete che accetterà la tregua solo se avrà termine l’embargo totale che da 7 anni soffoca Gaza e la sua gente. Hamas continua a prendere di mira le città israeliane – stamani ha colpito una zona residenziale di Ashdod – con lanci di razzi che pur non dimostrandosi particolarmente dannosi per le persone (hanno provocato sino ad oggi un solo morto) tengono sotto pressione i civili con continui allarmi.
Il 12esimo giorno dell’operazione israeliana Margine Protettivo si è aperto con notizie di nuove stragi di civili palestinesi. Nelle ultime ore 11 persone sono state uccise da Israele portando a 307 il numero totale delle vittime palestinesi. Tra i morti otto sono membri della stessa famiglia – inclusi quattro figli di età compresa tra due e 13 anni – colpita nella sua abitazione da colpi di carro armato a Beit Hanoun.
Secondo il Centro palestinese per i diritti umani, con sede a Gaza, i civili rappresentano oltre l’80% delle vittime dell’offensiva lanciata da Israele. Almeno 2.200 palestinesi sono stati anche feriti da quando il conflitto è iniziato l’8 luglio.
A Gaza, il numero di sfollati è quasi raddoppiato in 24 ore, raggiungendo 40.000 persone, secondo l’Unrwa (Onu). Il Programma alimentare mondiale distribuirà cibo a 85.000 persone nei prossimi giorni. Il 70% delle aree di Gaza erano senza energia elettrica.
Da parte sua Tel Aviv riferisce che sul terreno la fanteria e gli ingegneri del genio assistiti artiglieria e aerei, hanno ucciso una ventina di “terroristi” e hanno scoperto e distrutto 10 gallerie con 22 uscite, alcune delle quali conducevano in territorio israeliano. “Le nostre attività si concentrano su una superficie di 2,5 chilometri, lungo il confine, nelle zone rurali e semi-urbane”, ha dichiarato alla stampa un ufficiale dell’intelligence militare. I palestinesi danno un quadro ben più drammatico, riferendo di un martellamento continuo da parte dell’aviazione, di artiglieria e carri armati che tirerebbero direttamente sulle abitazioni, da qui l’alto numero di vittime civili. Nena News

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