Sarebbe ancora più drammatico il bilancio delle vittime del barcone soccorso sabato 19 luglio a circa 65 miglia da Lampedusa. «Su quel barcone eravamo in 750, ci siamo salvati soltanto in 569, gli altri 181 sono morti, molti annegati quando ci siamo avvicinati al mercantile danese che ci stava aiutando.
MOLTI BAMBINI. E tra loro c'erano molti bambini», hanno affermato in un video diRepubblica.it i superstiti sbarcati a Messina.
Una stima decisamente superiore all'ultimo bilancio, che parlava di 30 morti.
La vicenda assume così i contorni di una delle più pesanti tragedie capitate nel mar Mediterraneo, e torna a far sentire forte l'emergenza. Anche il 21 luglio un gommone era semi affondato nel Canale di Sicilia, provocando la morte di cinque persone, mentre altre 61 erano state tratte in salvo.
Secondo le testimonianze raccolte da Repubblica, molte persone sono rimaste intrappolati nella stiva, altre sono state uccise a coltellate e a colpi di bastone dai loro stessi compagni di viaggio.
«NERI ACCOLTELLAVANO ALTRI NERI». «Molti di quelli che hanno trovato nella stiva, tutti 'neri', sono stati accoltellati, uccisi da altri 'neri' che non volevano farli uscire perché in coperta non c'era più spazio: ogni centimetro di quell'imbarcazione era occupata da tutti noi accatastati come bestie, uno sopra l'altro e con tanti bambini e tra questi anche mio figlio Mohamed, di un anno», ha detto un 40enne siriano.
Il piccolo è morto e il suo corpo, caduto in acqua, è stato recuperato dai marinai del mercantile Torm Lotte. Ma il mare nasconderebbe i cadaveri di molti altri bambini. A documentarlo anche le drammatiche immagini girate da alcuni superstiti, in cui un altro bambino viene inghiottito dall'acqua dopo aver perso il giubbotto salvagente.
«VOGLIAMO RIFARCI UN'ALTRA VITA». «Vogliamo andare lontano. Siamo fuggiti dalla Siria per dare un futuro soprattutto a Mohamed, ma è stato tutto inutile, lui non c'è più», hanno spiegato i suoi genitori. «Ma vogliamo tentare di rifarci un'altra vita nonostante tutto».
MOLTI BAMBINI. E tra loro c'erano molti bambini», hanno affermato in un video diRepubblica.it i superstiti sbarcati a Messina.
Una stima decisamente superiore all'ultimo bilancio, che parlava di 30 morti.
La vicenda assume così i contorni di una delle più pesanti tragedie capitate nel mar Mediterraneo, e torna a far sentire forte l'emergenza. Anche il 21 luglio un gommone era semi affondato nel Canale di Sicilia, provocando la morte di cinque persone, mentre altre 61 erano state tratte in salvo.
Secondo le testimonianze raccolte da Repubblica, molte persone sono rimaste intrappolati nella stiva, altre sono state uccise a coltellate e a colpi di bastone dai loro stessi compagni di viaggio.
«NERI ACCOLTELLAVANO ALTRI NERI». «Molti di quelli che hanno trovato nella stiva, tutti 'neri', sono stati accoltellati, uccisi da altri 'neri' che non volevano farli uscire perché in coperta non c'era più spazio: ogni centimetro di quell'imbarcazione era occupata da tutti noi accatastati come bestie, uno sopra l'altro e con tanti bambini e tra questi anche mio figlio Mohamed, di un anno», ha detto un 40enne siriano.
Il piccolo è morto e il suo corpo, caduto in acqua, è stato recuperato dai marinai del mercantile Torm Lotte. Ma il mare nasconderebbe i cadaveri di molti altri bambini. A documentarlo anche le drammatiche immagini girate da alcuni superstiti, in cui un altro bambino viene inghiottito dall'acqua dopo aver perso il giubbotto salvagente.
«VOGLIAMO RIFARCI UN'ALTRA VITA». «Vogliamo andare lontano. Siamo fuggiti dalla Siria per dare un futuro soprattutto a Mohamed, ma è stato tutto inutile, lui non c'è più», hanno spiegato i suoi genitori. «Ma vogliamo tentare di rifarci un'altra vita nonostante tutto».
Martedì, 22 Luglio 2014
(Lettera 43)

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