mercoledì 4 giugno 2014

Siria, quali sono le organizzazioni che contano le vittime del conflitto?...





Di Luca Lampugnani | 04.06.2014
A tre anni dall'inizio della guerra civile siriana, le vittime sono oltre 160 mila. Donne, uomini, anziani e bambini costantemente muoiono mentre il loro Paese è lacerato dagli scontri senza sosta e senza quartiere tra Esercito regolare del regime e forze ribelli, il tutto corredato da una serie di presunti attacchi chimici e di violazioni dei diritti umani la cui responsabilità rimbalza tra Damasco e gli oppositori.
Ma, concentrandoci su coloro che durante il conflitto hanno perso la vita, una domanda accompagna ogni nuovo bilancio che viene rilasciato: chi conta, e in quale modo, i caduti? Il quesito può risultare brusco al primo impatto, ma solleva tuttavia un aspetto troppe volte messo da parte - non solo in Siria, è ovvio -, facile preda poi della propaganda e delle mistificazioni dell'una o dell'altra parte.
Com'è ormai noto, le Nazioni Unite hanno cessato ogni pubblicazione legata alle vittime della guerra all'inizio di quest'anno: la difficoltà nel raggiungere determinate zone del Paese, i pericoli legati alla sicurezza e le complicanze nella raccolta di informazioni hanno fatto si che l'ONU si tirasse indietro, lasciando campo libero ad una serie di organizzazioni che, tanto dall'esterno quanto dall'interno dei confini siriani, continuano a contare i morti aggiornando i bilanci.
Tra queste, la più nota e la maggiormente citata dai media di tutto il mondo è sicuramente l'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, la cui sede operativa si trova in Gran Bretagna e contro cui si sono levate in passato non poche voci di scetticismo rispetto all'attendibilità e veridicità delle informazioni. Tuttavia in queste righe l'Osservatorio verrà tralasciato, dando spazio per contro ad altre organizzazioni, vicine o apertamente allineate al movimento moderato degli anti-Bashar al Assad, quali possono essere il Centro Siriano per la Statistica e la Ricerca (in inglese CSR-SY), il Network Siriano per i Diritti Umani (SNHR), il Siria Tracker (ST), il Siria Shuhada (SS) e il Centro di Documentazione violazioni (VDC).
Per quanto riguarda il Centro Siriano per la Statistica e la Ricerca, questo ha sede in Germania, ma conta numerosi volontari, tra cui ricercatori e professori universitari, che lavorano direttamente in Siria. L'organizzazione, nata nel marzo del 2011, produce una serie di statistiche sulle vittime, i detenuti e le persone scomparse durante il conflitto.
Passando al Network Siriano per i Diritti Umani, la cui base operativa si trova in Gran Bretagna, questo si occupa principalmente di documentare le violazioni dei diritti umani nel Paese. Forte di quasi 100 membri in ogni governatorato siriano, l'SNHR riesce a pubblicare quotidianamente report sui caduti della guerra civile e a documentare, laddove possibile, i dati individuali di ogni singola vittima.
Ha la sua sede negli Stati Uniti, invece, il Siria Tracker, iniziativa crowd-sourcing progettata e sviluppata dall'Humanitarian Tracker. Dall'aprile del 2011 riporta e aggiorna costantemente il numero delle vittime, anche grazie alla partnership diretta con altre organizzazioni del settore umanitario. Discorso pressoché identico vale anche per Siria Shuhada, anch'essa operante all'infuori dei confini siriani. Grazie a numerose fonti e raccogliendo i dati di altre organizzazioni, Siria Shuhada pubblica dati aggregati che riguardano solo ed esclusivamente le vittime.
In ultimo, il Centro di Documentazione Violazioni ha la sua base operativa a Damasco, ed  è gestito principalmente da attivisti e avvocati specializzati in diritti umani. Il VDC, come altre organizzazioni, non si occupa solo di documentare il numero delle vittime, ma aggiorna costantemente anche i dati che riguardano persone arrestate o scomparse. Anche in questo caso, come per il Network Siriano, il Centro di Documentazione Violazioni ha numerosi volontari sparsi per tutti i governatorati del Paese, mentre sul sito è possibile 'sfogliare' i rapporti individuali sulle singole vittime.
Insomma, come già specificato, tutte lavorano sia dall'interno che dall'esterno del Paese, avvalendosi quindi tanto di volontari e di personale che opera 'fisicamente' nelle varie regioni siriane, quanto delle segnalazioni che vengono effettuate tramite social media da attivisti e altri operatori umanitari. In secondo luogo, benché possa risultare sospetto il loro schieramento dalla parte degli insorti, la modalità con cui vengono riportate le vittime denota una certa precisione e attendibilità. Che si tratti di uomini, donne o bambini, la maggior parte delle segnalazioni comprende il nome, l'età e il sesso di coloro che hanno perso la vita, mettendo in evidenza anche quando, dove e come sono morte e corredando, quando possibile, queste informazioni a foto, video e altro materiale che possa servire come prova.
(International Business Times)

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