martedì 17 giugno 2014

Kenya...ancora violenze rapite 12 donne minacce ai turisti...Sessantotto morti in 48 ore. Tutti gli attacchi rivendicati dagli islamisti al Shabaab...





Ancora morti sulle coste del Kenya per attacchi rivendicati dagli estremisti islamici somali di Shabaab. Un nuovo attacco nella notte al villaggio di Poromoko ha provocato almeno 15 vittime. La località si trova vicino a Mpeketoni, dove la sera di domenica i terroristi hanno massacrato 49 persone, molte delle quali riunite in locali e ristoranti per vedere i Mondiali di calcio. I residenti hanno riferito che almeno 12 donne sarebbero state rapite dai terroristi durante l’attacco a Poromoko. In seguito agli attentati, la Croce rossa locale ha denunciato la scomparsa di almeno 50 persone. Molti abitanti sono fuggiti nella foresta, e di alcuni non si hanno ancora notizie. La situazione resta molto confusa e tesa. Entrambi gli attacchi sono stati rivendicati dai terroristi Shabaab.
«Turisti, state lontani»
Abdulaziz Abu Musab, portavoce militare degli estremisti, ha parlato di «20 morti, la maggior parte dei quali poliziotti e ranger del Kenya» nell’attacco di Poromoko. «I membri del commando hanno compiuto il loro dovere». Lunedì Shabaab aveva definito il Kenya «zona di guerra», invitando gli stranieri e i turisti a «stare lontani» dal Paese per la loro sicurezza. I terroristi avevano annunciato nuovi attacchi, che sono arrivati poche ore dopo il primo massacro. Le violenze sono esplose nel Paese dal 2011, anno dell’intervento militare keniano in Somalia per combattere gli islamisti. Il ministro dell’Interno Joseph Ole Lenku aveva annunciato maggiori misure di sicurezza per il Paese. Tuttavia molti cittadini hanno denunciato la carenza di provvedimenti del governo. «Le forze di sicurezza sono incompetenti e senza mezzi» ha detto l’organizzazione degli avvocati keniani che chiedono le dimissioni di Ole Lenku. Anche i media hanno attaccato l’esecutivo, definendo «ridicoli» i provvedimenti finora presi.
«Hanno ucciso i cristiani uno a uno»
I terroristi hanno usato le stesse modalità per entrambi gli attacchi: uccisioni e incendi di case, seminando il terrore in tutta la regione. Alcuni sopravvissuti hanno riferito che nell’attacco di domenica il commando ha preso di mira esclusivamente uomini cristiani, risparmiando donne, bambini e musulmani. «Li hanno uccisi uno per uno con un colpo alla testa», ha raccontato all’Afp un giovane riuscito a mettersi in salvo. Secondo le testimonianze raccolte dai media, i terroristi si dirigevano porta a porta di ogni casa, chiedendo se all’interno ci fossero musulmani o cristiani. In caso di risposta sbagliata gli estremisti aprivano il fuoco. Il Segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha condannato le violenze e ha espresso «solidarietà delle Nazioni Unite al popolo e al governo», dicendosi fiducioso sull’impegno delle autorità a fare giustizia. Il presidente keniano Uhuru Kenyatta ha negato la responsabilità degli islamisti somali, accusando dei crimini le «reti politiche locali legate a gruppi criminali». Secondo Kenyatta esistono «prove» sul fatto che gli attentati siano «violenze etniche con motivazioni politiche».
(Corriere della Sera Esteri)

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