mercoledì 16 luglio 2014

Yemen: 10 milioni rischiano di morire di fame. Cosa sta facendo la comunità internazionale in proposito?...





Di Stefano Consiglio 
Un'indagine compiuta dalle Nazioni Unite ha stabilito che nello Yemen oltre 10 milioni di persone, corrispondenti al 44,5% della popolazione complessiva, si trovano in una situazione di insicurezza alimentare. Lo studio, denominato "Comprehensive Food Security Survey", è stato condotto dal WFP (il Programma Alimentare Mondiale) e dall'UNICEF ( il Fondo per l'Infanzia), evidenziando gravi situazioni di malnutrizione diffuse in tutto il paese
Secondo il report oltre 5 milioni di persone, pari al 22% della popolazione complessiva, si trovano in una situazione di grave insicurezza alimentare, caratterizzata da un'incapacità totale di comprare o produrre gli alimenti necessari al proprio sostentamento. Il numero di persone che si trovano in questa condizione è aumentato dell'87% rispetto al 2009, anno in cui era stata realizzata la precedente ricerca autorizzata dalle Nazioni Unite. A questi 5 milioni di persone seriamente a rischio di malnutrizione, si aggiungono altre 5 milioni che si trovano in una condizione di moderata insicurezza alimentare, che potrebbe tuttavia degenerare rapidamente a causa della persistente inflazione e dei continui scontri tra l'esercito yemenita e i gruppi armati di diverse estrazioni.
C'è un evidente differenza tra il rischio alimentare che caratterizza le aree urbane e la situazione esistente nelle campagne. In città la percentuale di persone che si trova in una situazione di sicurezza alimentare è pari al 73% contro il 49% nelle aree rurali.
Le persone che si trovano in una situazione di grave insicurezza alimentare non hanno la possibilità di accedere a fonti di proteine quali carne, uova e  pesce. La loro dieta è composta normalmente da: cereali, zucchero e olio. Frutta e verdura si aggiunto all'alimentazione della popolazione colpita da una moderata insicurezza alimentare, che non gode tuttavia né di un consumo calorico quotidiano sufficiente né di una'accettabile varietà nei prodotti assimilati tale da assicurare all'organismo tutti i nutrimenti necessari.
A causa dell'assenza di un'alimentazione sufficiente, il 47% dei bambini yemeniti si trova in una situazione di malnutrizione cronica, mettendo seriamente a rischio il loro completo sviluppo fisico e mentale. WFO e UNICEF raccomandano di far consumare quotidianamente ai bambini proteine di origine animale e vitamina A, fondamentale per il funzionamento della vista, per la crescita ossea, per la funzione testicolare e ovarica e per molti altri organi. Solamente il 13% dei bambini consumano cibo ricco di vitamina A e appena il 33%  ha accesso a carne, pesce e uova.  
L'insicurezza alimentare diffusa nello Yemen è causata, secondo lo studio compiuto dalle Nazioni Unite, da una serie di fattori tra cui: l'elevato costo dei generi alimentari, il continuo incremento nel prezzo della benzina, la scarsità delle precipitazioni e la violenza diffusa in tutto il paese.
La situazione nello Yemen è estremamente pericolosa, tanto che la Farnesina consiglia apertamente ai cittadini italiani di non andare in questo paese a meno di assoluta necessità. Il Governo yemenita, infatti, sta cercando con difficoltà di mettere in sicurezza quelle estese aree del paese che sono sotto il controllo di guerriglieri appartenenti a diverse fazioni. Questo clima di diffusa insicurezza si è intensificato a seguito della rivolta yemenita scoppiata nel gennaio del 2011, in contemporanea con gli altri moti che hanno caratterizzato la così detta Primavera Araba. Da allora il Governo dello Yemen, accusato di essere la causa della disoccupazione, dell'aumento dei prezzi e della malnutrizione, sta combattendo quotidianamente per mantenere l'ordine nel paese.
A livello internazionale il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si è pronunciato per l'ultima volta sulla situazione yemenita il 26 febbraio 2014. Con la risoluzione 2140 il Consiglio si è limitato a enfatizzare gli sforzi fatti dal Governo locale per ripristinare l'ordine nella regione e ha condannato le attività intraprese dai terroristi. Nessuna iniziativa concreta, tuttavia, è stata intrapresa.
Ben più importante è stato, invece, il contributo fornito dal Consiglio di Cooperazione del Golfo Persico, tramite un'attività di intermediazione che sta dando i suoi frutti. Questa organizzazione regionale, composta attualmente da sei stati dell'area del Golfo Persico (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar), ha instaurato da tempo colloqui con il Governo yemenita il quale a sua volta ha mostrato un forte interesse ad aderire a questa organizzazione. Grazie ai sei paesi del Golfo, un processo per la scrittura di una nuova costituzione è stato avviato, a cui dovrebbe seguire un referendum per la sua approvazione, elezioni presidenziali e parlamentari. Il Governo yemenita ha inoltre in progetto di riformare l'organizzazione amministrativa del paese, onde garantire una maggiore autonomia locale, in particolare nelle regioni del sud, che sono quelle maggiormente interessate dagli atti di guerriglia.


(International business Times)

Nessun commento:

Posta un commento