mercoledì 9 luglio 2014

«Le vite distrutte dai Mondiali»...






di  - 08/07/2014 - 

Die Welt racconta la caduta in povertà di una donna che vendeva cibo di fronte allo stadio Mineirão, attività ora vietata dalla Fifa

I Mondiali di calcio hanno distrutto diverse migliaia di esistenze tra i brasiliani più poveri. Lo racconta il quotidiano tedesco Die Welt, che visita la favela di Belo Horizonte il giorno della partita tra Germania e Brasile che deciderà la prima finalista dell’edizione 2014 della Fifa World Cup.
Belo Horizonte - Venues for FIFA Confederations Cup Brazil 2013
Shaun Botterill/Getty Images
I MONDIALI DI CALCIO E LA VITA DISTRUTTA - Il quotidiano tedesco Die Welt racconta l’esperienza di una donna brasiliana di 46 anni, Maria da Penha Fonseca, la cui vita è stata distrutta dai Mondiali 2014. La donna brasiliana fino a 3 anni fa viveva nel centro di Belo Horizonte, e lavorata nel suo chiosco dove vendeva un tipico piatto brasiliano ai tifosi che si recavano allo stadio della metropoli brasiliana, l’impianto che tutti chiamano Mineirão. Maria da Penha Fonseca ha venduto per 14 anni la specialità Feijão de Tropeiro ai tifosi del Cruzeiro Belo Horizonte e dell’Atlético Mineiro, ma poi ha dovuto chiudere il suo chiosco che si trovava a poche decine di metri dal Mineirão. Tra le varie regole imposte dalla Fifa al Brasile per l’organizzazione dei Mondiali c’è anche il divieto, in un’area di due chilometri, di vendere cibi e bevande in chioschi o punti di vendita autonomi nei pressi degli stadi. Questa regola ha causato la sostanziale perdita del lavoro, e la caduta in povertà, di 150 venditori di strada del Mineirão, tra cui c’è anche la signora da Penha Fonseca. La 46enne brasiliana ha dovuto abbondare il suo appartamento nel centro di Belo Horizonte, trasferendosi nella favela a nord della metropoli brasiliana. Un amico le ha messo a disposizione una sorta di capanna dove può vivere gratis.

I MONDIALI DI CALCIO E I POVERI - Il quotidiano tedesco Die Welt racconta la storia di Maria da Penha Fonseca come simbolo della caduta in povertà di diverse migliaia di brasiliani provocata dai Mondiali. Secondo Argemiro Almeida, uno dei leader del movimento di protesta contro la Fifa World Cup, e presidente del comitato Comitê Popular da Copa in Salvador, sono circa 250 mila le “vittime economiche” dei Mondiali. Almeida rimarca a Die Welt come la Coppa del Mondia abbia danneggiato i più poveri, mentre la Fifa può accumulare corposi profitti esentasse. «Non siamo contro i Mondiali, ma ci opponiamo all’organizzazione rivolta solo al commercio imposta dalla Fifa. La sovranità del Brasile è stata limitata per organizzare i campionati mondiali di calcio, così come sono stati calpestati i diritti di molte persone. L’entusiasmo che anch’io provavo per l’assegnazione dei Mondiali al Brasile nel 2007 è via via svanito quando ho visto quanto fosse caro il prezzo chiesto dalla Fifa. Sempre più persone hanno dovuto abbandonare le loro case per il rifacimento degli stadi o per la creazione di infrastrutture ad essi collegati».
I MONDIALI DI CALCIO E LA FIFA - Die Welt rimarca come i Mondiali brasiliani siano di gran lunga l’edizione più costosa della competizione calcistica organizzata dalla Fifa. La stima più diffusa, comprensiva della ristrutturazione degli stadi e delle varie infrastrutture collegate, indica un costo di 14 miliardi di dollari, rispetto ai 6 dell’edizione 2006 organizzata dalla Germania oppure i 4 spesi dal Sudafrica nel 2010. Nel paese che viene considerato come la nazione al mondo più appassionata di calcio i Mondiali hanno suscitato un’ondata di proteste iniziata più di un anno fa e non ancora interrottasi. Tensioni acuite dalle distorsioni create dalla forte crescita di questo ultimo decennio, che ha trasformato il Brasile in una potenza economica caratterizzata da una forte disuguaglianza. Il risentimento nei confronti del governo è comunque minore rispetto all’ostilità verso la Fifa, accusata di aver imposto regole molto costose, di non aver speso pressoché nulla per l’organizzazione dei Mondiali che però garantiscono alla federcalcio mondiali ricchissimi introiti.

(Giornalettismo)


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