martedì 22 luglio 2014

In Siria la mattanza continua...



 Il governo guadagna terreno attorno a Damasco e altre città, l'ISIS attacca nell'Est del paese




In siria muoiono ancora decine di persone al giorno, infuriano i combattimenti tra governo e ribelli e a margine la sanguinosa guerra dell’ISIS contro tutti.
Una stima delle vittime del conflitto ad aprile 2014
Una stima delle vittime del conflitto ad aprile 2014
UN BILANCIO SANGUINOSO - Due soldati turchi uccisi al confine con la Siria, decine di ribelli e civili uccisi dal governo tra Damasco e Aleppo, una strage dell’ISIS in un impianto petrolifero nella provincia di Homs, che gli islamisti hanno catturato uccidendo tutti i presenti in combattimento o dopo la loro resa. Questi i numeri di una normale giornata di combattimenti della guerra civile siriana.
VITTORIE E SCONFITTE - Dai resoconti incrociati pare che vincano tutti, ma di sicuro per ora c’è che gli uomini di Assad avanzano, la ribellione arretra e che anche gli exploit dell’ISIS faticano a compensare le sconfitta, visto che i fanatici del califfato sono stati sgomberati dai dintorni di Damasco dagli stessi ribelli riuniti nella santa alleanza contro di loro. Una situazione della quale approfitta il regime, che può contare sul controllo di aree sempre più vaste e su un morale decisamente diverso da quello degli oppositori, tra i ranghi dei quali si segnalano stanchezza e defezioni.
VINCE ASSAD - La comunità internazionale e in particolare l’Occidente continuano ad aggiungere sanzioni contro il governo di Assad, ma al tempo stesso tifano per lui contro l’ISIS, giunta ora a destabilizzare anche l’Iraq con le armi gentilmente dai nemici di Assad per far danni in Siria. Se l’Isis continua a mostrare i denti nell’Est, a Ovest ha perso mordente e sembra chiaro che il suo asse si stia spostando verso l’Iraq, anche se la perdita dell’accesso al confine turco potrebbe risultarle fatale. Al contrario il regime ha consolidato le sue posizioni e ora offre alla popolazione aree pacificate e più immuni dalla violenza nelle quali è possibile per la popolazione condurre una vita quasi normale, un sogno per i troppi che da anni vivono da profughi in patria e fuori e che ormai non vedono alcuna alternativa praticabile al regime.
(Il Giornalettismo)

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