mercoledì 16 luglio 2014

Gaza, sei bambini uccisi a Gaza e Khan Yunis Dieci le vittime totali il 16 luglio. Sei i minori. Israele annuncia: tregua umanitaria di 6 ore il 17 luglio....





A Gaza, dove i raid israeliani sono ripresi spezzando la fragile tregua di martedì 15 luglio e l'operazione 'Margine protettivo' è ormai arrivata al nono giorno, si moltiplicano gli episodi di orrore quotidiano.
Il 16 luglio 10 persone sono morte nel corso dei bombardamenti. Sei, tra cui due bambini, sono rimaste uccise nella Striscia. Un bambino è morto in un attacco a Gaza City, le altre cinque persone, compreso un altro bambino, sono state colpite in due raid a Khan Yunis, ha reso noto il portavoce dei servizi d'emergenza.
Secondo quanto riferito da fonti palestinesi, poi, quattro bambini sono stati colpiti da proiettili israeliani provenienti dal mare (probabilmente da una motovedetta) mentre si trovavano in un bar sulla spiaggia rimanendo uccisi sul colpo.
MEMBRI DELLA STESSA FAMIGLIA. Dalle le prime informazioni le vittime sarebbero membri dello stesso clan familiare, i Bakr: Ahed (10 anni); Zakarya, (10); Ramez (11); Mohammad (9).
Fonti locali hanno spiegato - ma ancora non c'è conferma - che un quinto bambino è morto con loro, e che ci sono diversi feriti.
PRESENTI GIORNALISTI STRANIERI. Il dramma si è verificato sulla spiaggia di Gaza, a poche decine di metri dall'Hotel Palestine, dove si trovavano alcuni giornalisti stranieri che hanno ripreso immagini della tragedia.
I bambini giocavano tra un gruppo di capanne, non lontano dal porto di Gaza, quando dal mare sono stati sparati, a quanto pare, due razzi. Il primo ha colpito tre dei bambini. Il secondo ha colpito gli altri.
HAMAS PRONTA ALLA VENDETTA. In una conferenza stampa all'ospedale Shifa di Gaza un portavoce di Hamas, Sami Abu Zuhri, ha accusato Israele di essersi macchiato di un crimine di guerra e ha assicurato che Hamas vendicherà la morte di quei bambini.
TEL AVIV APRE UN'INCHIESTA. Tel Aviv ha aperto un'inchiesta per accertare le circostanze della strage. «Per ora», ha affermato il portavoce militare israeliano Moti Elmoz alla televisione canale 10, «posso solo dire che abbiamo attaccato un obiettivo sospetto sulla spiaggia». Una allusione ad un container che è stato distrutto.
Elmoz ha detto che fino al termine dell'inchiesta non intende aggiungere altri commenti sull'episodio. In termini generali, ha osservato, «chi è responsabile delle immagini crude è Hamas, che ricorre a bambini come scudi umani». «Noi non indirizziamo intenzionalmente il fuoco verso civili», ha insistito, «e dunque è opportuno non balzare a conclusioni prima che l'inchiesta sia terminata».
Mercoledì, 16 Luglio 2014
(Lettera 43)

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