mercoledì 9 luglio 2014

Gaza, nella notte 160 raid israeliani Missili su Tel Aviv, suonano le sirene...





Nuova escalation di violenza. Israele: abbiamo colpito siti strategici di Hamas.
Bombardata la casa di Raed al-Attar, il comandante che rapì il caporale Shalit

L’aviazione israeliana ha effettuato 160 raid aerei sulla Striscia di Gaza contro Hamas durante la notte tra martedì e mercoledì in risposta al continuo lancio di razzi verso Israele. I bersagli attaccati sono stati in tutto circa 430. Tra questi centoventi rampe dissimulate per il lancio di razzi, dieci postazioni di comando e controllo di Hamas, due delle quali allestite in altrettante case, e numerosi tunnel sotterranei.  

«Israele ha varcato una grave linea rossa, e ne subirà conseguenze» per aver bombardato la scorsa notte la casa di Raed al-Attar, uno dei comandanti del braccio armato di Hamas. Lo afferma un portavoce di Hamas. Al-Attar è stato uno dei rapitori del caporale Ghilad Shalit.  
Nella notte, sostiene il portavoce di Hamas, l’aviazione israeliana ha distrutto in tutto a Gaza 15 abitazioni di responsabili palestinesi, dopo aver dato alle famiglie un preavviso di 10 minuti per mettersi in salvo.  

A Tel Aviv intanto stamane sono risuonate le sirene anti missile, seguite da circa sei esplosioni. Lo riferiscono i media israeliani, secondo cui le sirene di allarme sono state sentite anche ad Ashkelon (Ascalona) ed in altre comunità vicino il confine con Gaza. Cinque razzi sono stati lanciati dalla Striscia di Gaza tutti sono comunque stati intercettati in volo da una batteria del sistema di difesa anti-missilistica `Iron Dome´. Già nella tarda serata di ieri Hamas aveva rivendicato il lancio di quattro razzi contro la città. Secondo l’esercito israeliano sono 225 i razzi dalla Striscia dall’inizio dell’operazione `Margine protettivo´ partita lunedì notte. Circa 40 di questi sono stati intercettati dal sistema anti missili Iron Dome.  

È ormai scontro militare aperto con Gaza. L’escalation non sembra diminuire: Israele ha richiamato 40 mila riservisti mentre Benyamin Netanyahu ha dato ordine all’esercito di prepararsi per una possibile operazione terrestre che è «sul tavolo». Il premier, dopo le polemiche di questi giorni su una sua risposta “debole” ad Hamas, ha annunciato chiaro e tondo che Israele «non tratterà più con i guanti» la fazione islamica. «Hamas - ha aggiunto - ha scelto di far salire la tensione e pagherà un prezzo pesante per averlo fatto».  

La reazione palestinese non si è fatta attendere: il presidente palestinese Abu Mazen si è appellato alla comunità internazionale perché Israele termini «immediatamente» l’escalation a Gaza e i suoi raid aerei. Sullo scacchiere internazionale l’escalation in atto sta suscitando forte apprensione: il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha sottolineato la sua «estrema preoccupazione» ed ha condannato il recente lancio di razzi da Gaza su Israele.  

Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha definito «vile» l’attacco dei razzi su Israele, ma ha espresso preoccupazione per le vittime civili di entrambe le parti. Stesso giudizio da parte del ministro degli esteri italiano Federica Mogherini per la quale «bisogna evitare che si inneschi una spirale irreversibile».  
(La Stampa Esteri)

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