ROMA 31 MAG. Nonostante tutte le difficoltà di lavorare in un Paese devastato dalla guerra, il rapporto sui servizi sanitari dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), appena pubblicato e scaricabile dal web www.unrwaitalia.org, mostra che le operazioni si sono adeguate in maniera flessibile a fronte della ristrettezza di risorse, e del conflitto che ha distrutto o reso comunque inaccessibili metà delle cliniche dell’UNRWA, i servizi di base continuano ad essere garantiti, e anzi intensificati nelle cliniche ancora operative.Al lancio del rapporto a Ginevra, il Dottor Akihiro Seita (in foto), direttore del settore sanitario dell’UNRWA, ha così commentato:
“E’ stata una sfida, ma posso dire che siamo stati in grado di rispondere a una situazione devastante. Abbiamo aperto otto cliniche a Damasco e due ad Aleppo, che ci hanno permesso di visi-tare un numero sempre più elevato di pazienti, anche se più del 50% delle nostre 23 cliniche sono state distrutte o sono comunque inutilizzabili. Spostandoci fuori da certe aree, e operando in strutture alternative, siamo stati in grado di far fronte alla restrizioni di movimento della popolazione. Un esem-pio? Ad oggi, abbiamo vaccinato 23.583 bambini contro la polio”.
“E’ stata una sfida, ma posso dire che siamo stati in grado di rispondere a una situazione devastante. Abbiamo aperto otto cliniche a Damasco e due ad Aleppo, che ci hanno permesso di visi-tare un numero sempre più elevato di pazienti, anche se più del 50% delle nostre 23 cliniche sono state distrutte o sono comunque inutilizzabili. Spostandoci fuori da certe aree, e operando in strutture alternative, siamo stati in grado di far fronte alla restrizioni di movimento della popolazione. Un esem-pio? Ad oggi, abbiamo vaccinato 23.583 bambini contro la polio”.L’Agenzia ha assegnato personale sanitario presso le strutture che ospitano gli sfollati, come le scuole, per dare sostegno medico continuo nelle situazioni di maggior disagio e 40 squadre mediche dell’UNRWA hanno ricevuto una formazione speciale sugli interventi medici in situazioni di emergenza. “Abbiamo aumentato il contributo economico per i pazienti che necessitano di cure specialistiche che solo gli ospedali possono offrire, ma il sistema sanitario del paese è allo stremo e la mancanza di accesso di gran parte della popolazione a cure mediche continuative a standard sanitari e di vita adeguati ha influito sulla manifestazione di epidemie di malattie infettive e trasmissibili, come la polio e l’epatite” – ha precisato il Dottor Seita.

“In Siria, il contesto in cui veicoliamo assistenza, salute, educazione e servizi sociali non è mai stato così difficile – ha poi aggiunto il portavoce dell’Agenzia, Chris Gunnes – abbiamo dovuto far fronte a gravi perdite e situazioni estremamente complesse, ma non abbiamo mai abbandonato la nostra missione di trovare un modo per assistere e supportare la popolazione palestinese rifugiata. Con davanti agli occhi le rovine dei nostri ambulatori, non è stato facile mantenere sotto controllo la disperazione e la frustrazione dei nostri beneficiari e degli oltre 3.000 operatori che lavorano per l’UNRWA in Siria. Ma non ci siamo lasciati sopraffare dalle difficoltà e continuiamo ad andare avanti.”
Anche la situazione dei 18.000 civili intrappolati nel campo di Yarmouk, alla periferia di Damasco, continua a deteriorarsi. Le tre cliniche dell’UNRWA nel campo non sono più funzionanti. La popolazione non ha più cibo e nemmeno medicinali. Negli ultimi quattro mesi, solo un quarto delle razioni alimentari necessarie sono state distribuite, contribuendo ad innalzare il livello di rischio sanitario. Ma nonostante il pericolo a cui lo staff è esposto, e le costanti interruzioni dettate dalla situazione, UNRWA è riuscita a distribuire migliaia di razioni alimentari nel campo sotto assedio.
Il conflitto in Siria ha imposto la fuga a oltre 200.000 rifugiati palestinesi che risiedevano nel Paese, sfollati due, tre e persino quattro volte in cerca di protezione. Oltre 50.000 hanno cercato rifugio in Libano e 10.000 in Giordania.“Lo staff dell’UNRWA continua ad operare in maniera eroica in tutti i campi, ma specialmente in Siria dove fornire assistenza di emergenza è diventato l’imperativo” – ha continuato il Dottor Seita. “Questa crisi che si protrae da oltre 60 anni ha significato una progressiva erosione delle condizioni sanitarie, educative, abitative e più in generale di vita di un’intera popolazione. La salute fisica, mentale e sociale di una generazione di rifugiati palestinesi è vicina al punto di collasso.” – ha chiuso il Dottor Seita.
Marcello Di Meglio

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