martedì 3 giugno 2014

I numeri della guerra civile in Siria...





Di stefano iannaccone •

Nel giorno delle elezioni in Siria, riportiamo le stime sulle vittime del conflitto. Che sono davvero terrificanti.


La farsa delle elezioni serve soltanto a ricordare i numeri della guerra civile in Siria. Il presidente Bashar Assad, infatti, rischia un effetto boomerang da queste presidenziali con cui sogna una legittimazione della sua leadership. Da qualche mese il conflitto ha smesso di attirare l’attenzione dei media internazionali e anche i leader mondiali hanno abbandonato il Paese al proprio destino. Qualsiasi sforzo diplomatico è stato accantonato. Ma il voto odierno riaccende i riflettori per almeno qualche ora.
Eppure meno di un anno fa Barack Obama era orientato a intervenire militarmente per punire l’uso di armi chimiche da parte del regime di Damasco. In realtà quell’attacco resta ancora senza un reale responsabile nel continuo scambio di accuse tra le varie fazioni in campo. Tuttavia, Assad ha scampato il pericolo di un intervento occidentale, avviando una controffensiva vincente, grazie anche all’appoggio dei guerriglieri sciiti di Hezbollah. L’organizzazione libanese ha riportato la perdita di quasi 500 miliziani durante le operazioni.
Dopo tre anni di combattimenti, però, la situazione non è molto mutata: in Siria si continua a morire tutti i giorni. Le stime più credibili, fatte a marzo dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (che ha posizioni anti-Assad), parlano di oltre 160mila vittime di cui la metà civili. Ma, in casi del genere, i numeri sono solo indicativi e la realtà finisce per essere peggiore delle previsioni. Nessuno, poi, conosce il destino di migliaia di ribelli finiti nelle prigioni del regime, così come è impossibile conoscere dove siano i soldati dell’esercito di Assad finiti nelle mani delle opposizioni.
I bambini uccisi sono di certo più di 8mila, mentre le donne rimaste vittime della guerra sono almeno 5.500. Nelle ultime settimane la guerra ha visto l’incremento di numero di morti, a causa dell’impiego delle barrel bombs, ordigni micidiali sganciati in abbondanza dall’aviazione di Damasco. Un quadro tragico, in cui si sono inserite le elezioni volute da Assad come ennesima prova di forza.
(Il Journal)

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