Costrette a sposare i militanti del gruppo che inneggia alla morte dell’Occidente, le ragazze sarebbero state portate in Ciad o in Camerun. Domani un milione di donne nigeriane marceranno nelle strade di Abuja per chiederne la liberazione
Duecento studentesse nigeriane sono state rapite dagli uomini di Boko Haram, costrette a sposare membri del gruppo islamista e poi condotte in Ciad o in Camerun. Lo scrive il quotidiano nigeriano online Daily Trust, secondo il quale i militanti hanno pagato ai rapitori una dote di 2mila naira (12,4 dollari) per sposare ciascuna ragazza. Le studentesse, di età fra i 15 e i 18 anni, sono stati rapite il 14 aprile dagli alloggi del collegio di Chibook nello stato nord orientale di Borno. Una quarantina di ragazze sono riuscite a liberarsi, ma più di 200 mancano all’appello.
Pogu Bitrus, leader del consiglio degli anziani di Chibook, ha detto che i matrimoni sono stati celebrati al confine fra Nigeria e Camerun. Poi le ragazze hanno dovuto traversare il lago Ciad per arrivare in Ciad e Camerun. Una di loro è stata vista in una città di confine con il militante che ha sposato, mentre testimoni hanno riferito che molte altre si trovano nella zona del Camerun dove opera Boko Haram. «Teniamo conto di tutte le informazioni nell’ambito dello sforzo per la salvezza e la liberazione delle ragazze», ha detto al Daily Trust il portavoce dell’esercito Chris Olukolade. Il gruppo Boko Haram, il cui nome significa ”vietato tutto cio che è occidentale”, vuole creare uno stato islamico in Nigeria dove ha ucciso migliaia di persone fin dalla sua creazione nel 2009.
Circa un milione di donne nigeriane, vestite di rosso, marceranno mercoledì per le strade di Abuja per chiedere la liberazione delle liceali rapite . L’iniziativa è stata organizzata dalla moglie del governatore del Borno, Hajiya Nana Kashim Shettima, che ha chiamato in piazza tutte le mogli dei funzionari della regione, sia federali che a livello locale, per aumentare il pressing sui propri mariti affinché risolvano la situazione. «Mettiamo da parte tutte le differenze - ha detto la donna - di fede, etniche, prendiamoci tutte per mano per liberare queste ragazze». Alla marcia parteciperanno numerose associazioni locali di donne musulmane e cristiane. Secondo le voci circolate le ragazze sarebbero ancora nella foresta di Sambisa, vicino al confine con il Camerun. Secondo la denuncia dei genitori sarebbero ancora in 234 nelle mani dei sequestratori
(La Stampa Esteri)

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