Il tribunale di Minya ha emesso oggi la seconda sentenza del maxi-processo alla Fratellanza. Pena capitale anche per Mohammed Badie, leader spirituale del movimento oggi fuorilegge
Un manifestante pro-Morsi davanti al tribunale di Minya (Foto: Reuters/ Omar Dash)
Roma, 28 aprile 2014, Nena News – Il tribunale di Minya ha condannato a morte altri 683 militanti dei Fratelli Musulmani, tra cui il loro leader Mohammad Badie. E’ il secondo capitolo del maxi-processo alla Fratellanza, che ha visto lo stesso tribunale condannare alla pena capitale 529 esponenti del movimento islamista lo scorso marzo per aver partecipato il 14 agosto alle proteste contro i militari, autori del colpo di Stato che il 3 luglio 2013 aveva deposto il presidente democraticamente eletto Mohammad Morsi. I campi di protesta si erano trasformati in campi di battaglia, con decine di morti e migliaia di arresti tra i sostenitori del presidente deposto.
Dopo la prima fase del processo a carico di circa 1.200 imputati accusati di omicidio e di tentato omicidio di poliziotti lo scorso 14 agosto, il caso dei 529 militanti condannati a morte era stato sottoposto al giudizio del Gran Muftì. Per 37 di loro la pena capitale è stata confermata, mentre per gli altri è stata commutata in ergastolo, con possibilità di appello in Cassazione. La condanna a morte di Mohammad Badie, guida spirituale dei Fratelli Musulmani, è destinata a generare una nuova ondata di tensioni in un Paese spaccato in due dal golpe dello scorso luglio ai danni di Morsi.
Il maxi-processo ai Fratelli Musulmani è solo l’ultima delle misure attuate dal governo militare egiziano per schiacciare il movimento islamista: dopo aver dichiarato la Fratellanza organizzazione terroristica, averne chiuso le sedi e sequestrato tutti i beni mobili e immobili, ora la Giunta militare punta a eliminarne fisicamente ogni traccia. Ora si teme per gli scontri che potranno avvenire durante le elezioni presidenziali del 26 e 27 maggio, con l’ex comandante supremo delle Forze Armate Abdelfattah al-Sisi, candidato favorito alla presidenza, che ha lanciato oggi un appello a “votare in massa al di là di chi sia il vincitore”. Al-Sisi, inoltre, ha promesso un rilancio dell’economia e la stabilizzazione del Paese una volta eletto.
(Nena News)

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