Il caos che regna in Libia, in particolare a Bengasi, sta facendo vittime su vittime. Il capo dell'esercito paramilitare dice però che sta combattendo i terroristi
“La nostra operazione non è un colpo di Stato e l’obiettivo non è quello di prendere il potere”: è la risposta dell’ex generale Khalifa Haftar al governo e parlamento libici che ieri sera hanno definito l’attacco sferrato dall’esercito paramilitare contro le milizie islamiche di Bengasi «al di fuori della legittimità dello Stato».
Secondo quanto riferito da Hafter alla stampa, l’operazione lanciata venerdì e battezzata “Dignita”, “mira a ripulire la Libia dai terroristi. Abbiamo cominciato questa battaglia e continueremo fino a raggiungere il nostro scopo. Il popolo libico è con noi”, ha aggiunto specificando che altri suoi uomini erano pronti ad intervenire in diverse zone della Cirenaica. Intanto si contano almeno 79 morti e più di 140 feriti.
E se l’esercito regolare libico si è distanziato dall’operazione dichiarando perfino una no fly zone su Bengasi, Haftar a capo di un esercito paramilitare costituito anche da ufficiali delle forze di sicurezza regolari ha chiesto agli abitanti di alcuni quartieri di Bengasi considerati bastioni di gruppi estremisti di evacuare la zona in vista di nuovi attacchi. Le milizie islamiche, tra cui Ansar al Sharia, sono accusate dei quasi giornalieri attentati in cui hanno perso la vita numerosi membri delle forze della sicurezza ma anche giudici, attivisti, giornalisti e stranieri nell’est della Libia.
(Il Journal)

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