Luca Scialò
Danni causati dalle esondazioni del fiume Sava: ora inizia la conta delle vittime e dei danni
Le hanno già identificate come le peggiori piogge abbattutesi nei Balcani negli ultimi 120 anni. Piogge incessanti che hanno provocato morte e distruzione in Serbia, Bosniae parte della Croazia.
Per quanto riguarda la Serbia, si parla di 40 morti e 20mila sfollati; ma il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare drammaticamente col ritirarsi delle acque, che riporteranno alla luce i cadaveri. Le situazioni più critiche si registrano aObrenovac e Baric, località sul fiume Sava poco a sudovest di Belgrado, dove si è resa necessaria l’evacuazione di quasi tutti gli abitanti. Difficile è anche la situazione in decine di altre località grandi e piccole. Il fiume Sava minaccia anche Belgrado, giacché è in corso una piena.
La macchina dei soccorsi è in funzione incessantemente da giorni, alleForze armate si sono affiancati 10mila volontari. Soccorsi sono giunti anche dall’Ue, che ha inviato 200mila euro alla Serbia e 100mila dollari alla Bosnia. La Russia invece ha inviato tre aerei con squadre di soccorritori e generi alimentari e medicinali.
In Bosnia si contano 20 vittime, ma anche qui si tratta di un bilancio provvisorio, destinato ad aumentare col ritiro delle acque del fiume Sava. Il quale ha inondato diverse città del centro-nord, per le quali si è resa necessaria l’evacuazione. Qui si fa i conti anche col fiume Vrbas, che ha sommerso centinaia di edifici. Anche in Bosnia nelle zone alluvionate è emergenza cibo e acqua.
Va meglio in Croazia, colpita solo nella sua parte est. Per ora gli sfollati sono stati “solo” 3mila, ma anche qui si potrebbero fare i conti col fiume Sava che, come detto, ha già inondato varie zone.
Il destino si è dunque di nuovo accanito contro quei paesi già pesantemente provati da una lacerante e disumana guerra negli anni ’90. Questa volta a colpirli è stata la Natura, anche se la mano dell’uomo, con le sue reiterate devastazioni del territorio, peggiora oltremodo le conseguenze.
Più in generale, dallo scorso novembre l’Europa sta facendo i conti con perturbazioni devastanti: a farne le spese per primo il Regno Unito, poiGermania, Olanda e Ungheria e ora appunto i Balcani.
(Blasting.news)

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