lunedì 19 maggio 2014

Libia, incertezza sulla sorte del Parlamento. Ambasciatore: "Nessun piano di evacuazione per imprenditori italiani"...





Dopo l'attacco all'assemblea legislativa, costata due morti e 55 feriti, il colonnello Mokhtar Fernana ne ha annunciato lo scioglimento. Smentita del ministro della Giustizia. Secondo il diplomatico, Giuseppe Buccino Grimaldi, la situazione non è grave al punto da mettere a rischio l'ottantina di imprese presenti a Lybia Build

TRIPOLI - In Libia è ancora caos, dopo i ripetuti scontri tra forze militari laiche e miliziani islamisti. Nell'attacco portato ieri contro l'assemblea legislativa, due persone sono rimaste uccise e altre 55 ferite. Protagoniste del blitz, forze leali al generale Khalifa Haftar, ex fedelissimo di Gheddafi che, secondo le autorità libiche, sarebbe sostenuto dalle due milizie al-Qaaqaa e Sawaaq, le più grandi di Tripoli, nonostante operino sotto il mandato del governo. 

Da un post apparso sulla pagina Facebook ufficiale dell'ufficio stampa del capo di Stato maggiore libico, il capo dell'esercito della Libia, Nouri Abu Sahmain, ha firmato un ordine che prevede il dispiegamento a Tripoli del gruppo di potenti milizie 'Scudo centrale della Libia', a guida islamista, per fronteggiare "tentativi di prendere il potere". Mossa che, dopo l'assalto al Parlamento delle forze leali al generale Khalifa Haftar, sembra aprire a una possibile resa dei conti fra le milizie, che provengono dalle regioni occidentali e centrali della Libia, e i soldati anti-islamisti alleati con il generale Haftar.

Intanto si susseguono annunci e smentite sulla sorte del Parlamento ad interim. Il colonnello Mokhtar Fernana ne ha annunciato lo scioglimento. Il ministro della Giustizia, Salah al-Marghani, oltre a condannare l'assalto al Congresso nazionale, ha negato che le attività dell'organo legislativo siano state sospese e ha detto che l'attacco al Parlamento non ha nulla a che fare con l'offensiva di Haftar a Bengasi.

A Tripoli la situazione oggi resta tesa. Ieri sera le milizie che appoggiano il governo ad interim hanno sorvegliato i posti di blocco intorno alla capitale, mentre le forze di Haftar sembrano concentrate lungo la strada che porta all'aeroporto e nella periferia meridionale della città. Stamattina gli spari lungo la strada dell'aeroporto si sono attenuati e sembra esserci una calma provvisoria. 

Le autorità sembrano determinate a far passare il messaggio che le attività procedono come al solito. Il ministero dell'Istruzione, citando l'agenzia di stampa Lana, nega che gli esami finali delle scuole superiori siano stati sospesi e invita gli studenti ad andare a scuola normalmente. 

Intanto, uomini armati hanno attaccato la base aerea di Benina, nella città di Bengasi, ma nessuno sembrerebbe essere rimasto ferito. Di questo attacco il colonnello Saad al-Werfalli accusa gli islamisti radicali e definisce "la situazione finora non grave". 

L'instabilità ha evidenti riflessi sullo svolgimento di Lybia Build, fiera a cui partecipano un'ottantina di imprese italiane. Rodolfo Giampieri, presidente della Camera di commercio di Ancona, ha spiegato la situazione a Labitalia. "Abbiamo messo giù poco fa il telefono con la nostra capo delegazione, Vanessa Ficarelli, una delle più esperte in materia di Nord Africa e anche di edilizia. La notte è passata tranquilla e ci ha dato la notizia che la Lybia Build è partita. La fiera dovrebbe durare da oggi al 23 maggio. Da quanto ne sappiamo, la Farnesina e l'ambasciata hanno già pronto un piano B per l'evacuazione dei nostri connazionali se le cose dovessero precipitare". 

Nove imprese sono marchigiane e fanno parte parte della missione della Marchet, azienda speciale della Camera di commercio di Ancona, che vanta un bilancio di 60 milioni di export e 50 milioni di import con la Libia. Nella giornata di ieri gli imprenditori marchighiani sono rimasti bloccati all'hotel Corinthia. "La nostra funzionaria si trova lì con i rappresentanti delle nostre aziende - ha spiegato ancora Giampieri -. Da quanto ci ha raccontato Ficarelli, tutti i nostri imprenditori che stavano negli alberghi sono stati rintracciati, stanno bene, la situazione è in ordine".

L'ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Buccino Grimaldi, nega che sia stato preso in considerazione alcun piano di evacuazione per gli imprenditori di Lybia Build. "Non siamo a questo livello", spiega il diplomatico all'Adnkronos, raggiunto telefonicamente mentre si stava recando alla fiera, anche se "suggeriremo ai connazionali la massima prudenza". Dal canto suo, la Farnesina, contattata da Adnkronos, si limita a commentare che sono previsti "oltre duecento piani di evacuazione per altrettante situazioni di crisi".

L'ambasciatore usa toni rassicuranti, dicendosi in contatto con i connazionali presenti in Libia per garantire loro eventuale assistenza. "La situazione stamane è migliore, la città sta vivendo con normalità", ha riferito l'ambasciatore, in collegamento telefonico con Sky Tg24. "Il traffico è scarso, ma non si registrano particolari problemi: la situazione è dunque diversa da ieri sera. Dobbiamo vedere se nelle prossime ore si giungerà a un accordo politico e il clima resterà sotto controllo.

"La Libia - ha osservato l'ambasciatore - è a un bivio del suo processo di transizione: da un lato c'è la democrazia, la proposperità, le prossime elezioni parlamentari, la redazione di una Costituzione e un futuro prospero grazie alle grandi ricchezze di questo Paese. Dall'altro c'è invece una conflittualita diffusa e prolungata che aumenterebbe i problemi. Stiamo seguendo e monitorando con la massima attenzione, in contatto con i nostri connazionali".

La Ue, tramite il portavoce di Catherine Ashton, responsabile della diplomazia dell'Unione, si dice "profondamente preoccupata" per "il significativo deterioramento della situazione sia politica sia della sicurezza" in Libia. Nella dichiarazione, la Ashton "deplora la perdita di vite umane a Bengasi e Tripoli", ma non prende posizione sull'attacco al Parlamento, limitandosi a un "appello a tutte le parti per fermare il bagno di sangue e evitare ulteriori violenze" e "a lavorare insieme" per "arrivare a una democrazia stabile".
(Repubblica.it)

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