Si spara attorno all'aeroporto di Donetsk, colpi d'artiglieria anche sulla città
Nonostante la tregua firmata il 5 ottobre i combattimenti continuano sporadici, infuriando in particolae attorno all’aeroporto di Donetsk, dove i separatisti sarebbero in procinto di conquistare l’intera struttura contesa all’esercito di Kiev.
NON SI SMETTE DI SPARARE - Un missile Grad è caduto nei pressi della città di Popasna, nella regione di Luhansk, uccidendo e ferendo un numero imprecisato di persone. La città p sotto il controllo delle truppe di Kiev, ma i ribelli hanno negato l’impiego di un’arma del genere nella zona. Più intensi gli scambi di tiri attorno a Donetsk, dove infuria la battaglia attorno all’aeroporto, che il leader dei ribelli Alexander Zakharchenko ha detto di controllare per il 90% e che conta cadrà del tutto nelle mani dei separatisti nel giro di due o tre giorni.
LE VITTIME CIVILI A DONETSK - La risposta ucraina, che ha bombardato con l’artiglieria, è finità anche sulla città, dove un proiettile è caduto nel cortile di una scuola nel distretto di Kievski, ad appena 4 chilometri dall’aeroporto, senza ferire fortunatamente gli allievi che erano stati messi al coperto nelle cantine. Ha ferito invece alcuni tra i genitori e il personale della scuola che si rovavano all’esterno. Un altro colpo ha invece entrato un minibus in piena città, uccidendo sul colpo sei persone.
LA GUERRA DELLE DICHIARAZIONI - Il portavoce ucraino Vladyslav Seleznyov ha detto che i ribelli hanno cominciato un attacco all’aeroporto verso le 6 di mattina e che diversi soldati ucraini sono rimasti uccisi quando il tiro di un carro armato ha colpito un camion che li trasportava. Nonostante la tregua, le parti continuano a impegnarsi in combattimenti a bassa intensità, anche se gli accordi del 5 settembre prevedevano un deciso impegno per un ritorno alla normalità.
TRA I PROFUGHI ANCHE LO SHAKTAR DONETSK - Chi cerca di recuperare la normalità dei tempi andati è la squadra di Donetsk, lo Shaktar, che ieri seri ha giocato a Lviv (Leopoli) la partita di Champions League contro il Porto, terminata 2 a 2. Lo Shaktar, che ha vinto gli ultimi cinque tornei ucraini, gioca ora allo stadio Bannikov di Kiev, capacità 1.600 posti, lontano dalla spettacolare Donetsk Arena, costata 100 milioni di dollari, che ora è inaccessibile per motivi di sicurezza. La sfida del suo proprietario, il ricchissimo Rinat Akhmetov, è quella di far sopravvivere il club lontano da casa e dai suoi tifosi, che ovviamente hanno grosse difficoltà a seguire la squadra. Come tutti in Ucraina anche lo Shaktar ha dovuto adattarsi per sopravvivere, ci sono più di mezzo milione di cittadini ucraini che oggi si trovano profughi come la più importante squadra ucraina.
(Giornalettismo)


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